La penna degli Altri 19/01/2016 13:36
Mistero Dzeko
LEGGO (F. BALZANI) - L’afa d’agosto, una Fiumicino assediata e il sorriso del bomber atteso da anni. Pare una vita fa. Oggi nella capitale sotto zero il sorriso di Dzeko è sparito come le chance scudetto della Roma. Il bomber, il numero nove, il crack del mercato non sa più segnare. Anzi, in serie A almeno su azione non ha praticamente mai segnato fatta eccezione per quel colpo di testa contro la Juve. Ad agosto appunto. Poi i due rigori contro Lazio e Bologna. Tre reti in sedici partite, una ogni 420’ con una percentuale di tiri in porta del 51% e una media realizzativa del 7%.
L’apice di gol divorati è stato toccato domenica contro il Verona quando il bosniaco ha sprecato 4 palle gol per una vittoria indispensabile nella rincorsa al terzo posto diventando l’icona del fallimento giallorosso. Ad agosto l’avevano accolto in mille. Ora sono molti di più a chiedersi che fine abbia fatto, alcuni usano l’ironia sui social: da “Edin Cieco” al fotomontaggio di un Mario Gomez senza maschera. Altri chiedono pazienza perché «anche Voeller il primo anno fu criticato».
Il caso Dzeko quindi è scoppiato dopo quelli Destro, Iturbe e Doumbia (70 milioni spesi in totale). Stavolta però il nome è più altisonante e di conseguenza la delusione maggiore così come le aspettative di Spalletti: «Dobbiamo aiutarlo e lui deve tirare fuori il carattere in questo momento». A rincuorare la Roma un dato che evidenzia la difficoltà cronica di Edin al suo primo anno in una nuova squadra. Col Wolfsburg nel 2007-2008 alla 26ª giornata segnò solo 5 gol e a fine stagione lo score ne registrò 8 in 28 presenze (uno ogni 225’). L’anno successivo furono 26 in 32 (ogni 101’), quello dopo 22 in 34 (1 ogni 136’). Peggio andò in Inghilterra. Nei suoi primi mesi al City (da gennaio a maggio 2011) realizzò due gol in 15 partite con una percentuale molto simile a quella romana: un gol ogni 423’ e una media realizzata del 9%. L’altra nota positiva sta nel numero di palloni “puliti” arrivati al bosniaco domenica col nuovo assetto spallettiano: sei. Il doppio rispetto alla media dell’era Garcia. Aspettare e sbloccare l’arma Dzeko resta comunque l’unico modo per la Roma di riprendere il cammino Champions. L’attaccante ha affidato a Instagram il suo pensiero «devi lottare nei giorni difficili per guadagnarti quelli migliori». Domenica c’è la Juve e il ricordo dell’unico gol su azione in campionato. Basterà?