La penna degli Altri 24/01/2016 14:15
La Juve mostra i muscoli, Spalletti chiede aiuto a Dzeko
LA REPUBBLICA (E. GAMBA - M. PINCI) - La Roma non ha modi alternativi di vedere la partita di Torino: vincere o dire addio ai propositi di un campionato di vertice. A fine ottobre aveva 11 punti di vantaggio su Allegri, era prima in classifica e la Juve dodicesima, sembrava già tutto scritto. Oggi ne ha sette in meno e rischiano seriamente di diventare dieci, perché sono tre mesi che la Juventus non fa altro che vincere e per la precisione sono due che non fa altro che dominare. Ci può essere confronto, tra la fragile debolezza giallorossa e la possente sicumera juventina? Un girone fa pareva che il mondo si potesse capovolgere: all’Olimpico, la Roma vinse soffrendo solamente nell’ultimo quarto d’ora, segnò persino Dzeko (è stata l’unica rete su azione dell’intero campionato). Che tempi. Ma non è la Roma a essere cambiata, bensì la Juve. A quell’epoca contro i bianconeri vinceva pure l’Udinese, o non perdeva il Frosinone: dunque a Torino hanno saputo evolersi mentre i giallorossi stagnavano, finendo per farsi irretire da una crisi fatta di pareggini, come un anno fa. E se Allegri dice di non fidarsi («La Roma ha valori tecnici altissimi, può ancora vincere lo scudetto») è solo perché nel calcio bisogna sfoderare un certo numero di frasi fatte: intimamente, deve avere altre convinzioni. Del resto, c’è una logica dei dati di fatto se in tre mesi la Juve ha accumulato diciotto punti più della Roma. «Ma non abbiamo fatto niente, ci serve un tot di vittorie». Ne arrivasse una anche oggi (sarebbe l’undicesima consecutiva), la Roma dovrebbe abbandonare anche le illusioni più pie.