La penna degli Altri 07/01/2016 16:20
IL PUNTO DEL LUNEDI' - Mura, Giubilo, Caputi, Carmellini, Ceniti, Buffoni
LAROMA24.IT - Ripresa amara per la squadra di Garcia che si ferma a Verona sul 3-3 mentre le rivali riescono tutte a vincere. Ancora una volta la prestazione dei giallorossi lascia spazio a molti interrogativi, soprattutto sulla fase difensiva e sulla mentalità della squadra, rimontata per ben due volte. Unica attenuante le assenze a centrocampo di Pjanic e Nainggolan che, scontata la squalifica, potranno tornare ad essere arruolabili sabato contro il Milan in una partita che sa di ultima chiamata per la Roma.
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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LA REPUBBLICA (G. MURA)
Alla Roma non basta essere avanti 2-0 e 3-2 a Verona. Il Chievo rimonta e pareggia. Molte assenze nella Roma ma anche molte latitanze dei presenti. E se uno di questi è Manolas, molto si spiega. Non si spiega perché la Roma sul mercato stia cercando di tutto, tranne che difensori. Sabato Roma-Milan sarà una sfida tra deluse.
IL TEMPO (G. GIUBILO)
(...)I rimpianti sono tutti per la Roma, al Bentegodi senza l’intero riparto di centrocampo e con tre Primavera in campo. Si fa rimontare un doppio vantaggio, torna avanti ma il Chievo ritrova l’aggancio. Una vittoria buttata al vento, in condizione precarie, la condanna la giornata del suo giovane portiere, specialmente sul secondo gol, dei veronesi.
Colma dell’iettatura la prima applicazione ufficiale in campionato della «goal line technology» sulla punizione di Pepe. Con quello schieramento rabberciato difficile fare di più, ma resta una grande occasione perduta. Sabato sera Garcia ritroverà tanti titolari, ma non Dzeko, ma avrà difronte all’Olimpico un Milan avvelenato per la sconfitta contro il Bologna a San Siro, gol deciso di Gaccherini. (...)
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
Nella corsa verso lo scudetto sarà determinante il mercato con un campionato così equilibrato ha ragione Allegri: vincerà chi sbaglia meno. Al momento, la sua Juventus non fallisce un colpo. Con otto vittorie consecutive ha guadagnato punti su tutte le rivali, addirittura ben 14 sulla Roma. Non a caso, proprio i giallorossi sono quelli che, del gruppo di testa, hanno il cammino più lento e incerto. Nell’ultimo mini ciclo di 8 partite contrassegnate dall’incessante cavalcata bianconera, Garcia ha ottenuto meno punti di tutti: 10. Diciotto, infatti, sono stati quelli dell’Inter e 17 quelli di Fiorentina e Napoli. Il 2016 si è aperto, quindi, confermando tutto ciò che l’anno vecchio aveva evidenziato prima della sosta, con pregi e difetti delle contendenti. A rafforzare l’equilibrio in essere, o a far mutare gli scenari, potrebbe, a questo punto, dare un contributo significativo il mercato. Realizzare colpi sensazionali in questa finestra è difficile, ma migliorarsi e completarsi si può. In quest’ottica Roma e Fiorentina sembrano quelle che, più delle altre, potrebbero approfittarne. I limiti e le lacune della squadra di Garcia sono talmente evidenti da mesi che sbagliare ancora sembra impossibile. Sousa, con qualche innesto, soprattutto in difesa, potrebbe consolidare quella competitività che, a torto, troppi pochi critici le riconoscono. L’opportunità del mercato di gennaio non vale solo per le prime cinque della classifica. (...)
IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Benvenuti al Truman Show. Un film nel quale succede sempre la stessa cosa, i giorni si susseguono identici, le abitudini e gli errori si ripetono sistematicamente senza soluzione di continuità. Nell’insolito ruolo interpretato nella pellicola da Jim Carrey, il povero e traballante Garcia (da ridere ha ben poco) che prova a limitare i danni con ciò che resta della Roma tra infortuni e squalifiche. Entra al Bentegodi senza cinque titolari, fa esordire tre Primavera (uno da titolare e due per la prima volta in assoluto) e va vicinissimo al colpaccio: ammesso che vincere col Chievo possa definirsi tale.
Ma contro la dea bendata non può nulla. Esattamente un anno dopo l’episodio che costrinse i vertici del Palazzo a cedere alla tanto temuta moviola in campo (nello specifico il Goal Line Technology per la definizione del gol-non gol come quello di Astori a Udine il 6 gennaio 2015), è ancora e sempre la Roma a farne le spese: l’unica, in un girone quasi intero di «sperimentazione». Incredibile ma vero. Il gol del redivivo Pepe (ex Roma, ex Juve, ex tutto) era entrato, ma l’arbitro Irrati non lo aveva dato: poi «BIP», il messaggio spedito dalla tecnologia sul suo orologio inchioda la Roma e la mette di fronte alla verità. Il pallone deviato dal palo e poi da Szczesny aveva oltrepassato la linea di porta: 3-3. Tutto scritto. Già, perché alzi la mano chi tra i tifosi della Roma (che il film lo hanno già visto e rivisto), non era certo del gol dell’ex Pepe quando il quarto uomo ha alzato il tabellone luminoso per annunciare il suo ingresso.
Peccato, perché la banda di Garcia, pur decimata a centrocampo, con molti inserti nuovi e con un Manolas in giornata nera, era riuscita ad andare in vantaggio (secondo gol in altrettante gare del giovane Sadiq classe ’97) e poi a raddoppiare grazie a un regalo della difesa di casa che Florenzi ha accettato con entusiasmo.
Poi però ha commesso il solito e vecchio errore: non riesce a chiudere la partita (Sadiq e Salah sbagliano due cose incredibili) e consente al Chievo di rientrare: subisce prima il 2-1 da Paloschi e poi addirittura il pareggio firmato da Dainelli. Così, quando a venti minuti dalla fine riesce ad andare nuovamente in vantaggio con un bel diagonale di Iago Falque, i giochi sembrerebbero fatti: da qui in avanti si sarebbe dovuto smettere di giocare, una squadra con ambizioni di vertice deve «congelare» la partita. Macché, puntuale arriva la doccia fredda del solito ex: nono gol incassato in campionato dalla Roma nell’ultimo quarto d’ora, dodicesimo compresa la Champions.
Il bilancio è un punto che va stretto e cambia solo in negativo la situazione di classifica della Roma che ha fatto 7 punti nelle 6 partite successive al derby. E le altre vincono tutte. Garcia? Sta lì, non si tocca... per ora, ma anche per lui il 2016 rischia di diventare un’odissea: altro che scudetto!
LA GAZZETTA DELLO SPORT (F. CENITI)
Un anno dopo, tutto è cambiato. Non sappiamo chi scriva la sceneggiatura del campionato, ma il capitolo "moviola in campo" è stato ben congegnato. Il 6 genaio 2015 la Roma vince a Udine con una contestatissima rete di Astori: l'addizionale Maresca (...) è per il non gol; l'arbitro Guida ascolta via auricolare il consiglio del collega e sembra dargli retta, ma poi decide con la sua testa (...) ancora oggi nessuno sa dire con certezza (...) se la scelta di Guida sia stata giusta o sbagliata. Quell'episodio diede la spallata decisiva per introdurre pure in Italia l'Occhio di falco. (...) La Roma, questa volta 'vittima' con la rete di Pepe fischiata da Irrati tra lo stupore generale di giocatori, panchine, tifosi sugli spalti e da casa. Il meglio è venuto dopo: al tenue accenno di protesta da parte dei romanisti, l'arbitro si è 'difeso' mostrando l'orologio con la scritta 'gol' (...). Polemiche finite: allo stadio e nei vari bar sport (pure in tv). E' la riprova che una sana tecnologia può solo far bene al calcio. A proposito: perché non estenderla alle altre linee, magari per capire se un fallo è stato commesso in area?
LEGGO (R. BUFFONI)
Meno 6 punti dalla vetta e meno sette rispetto alla penultima giornata di andata del campionato scorso. Il 2016 della Roma comincia col segno “meno” a farla ancora da padrone, in un declino inesorabile che la allontana non solo dall’Inter capolista ma da tutto il treno delle prime. Il terzo posto, ultimo utile per tornare in Champions, ora è lontano 5 punti e in mezzo c’è anche una certa Juventus che viaggia come un Freccia Rossa. Il 3-3 di Verona, nonostante le due rimonte subite, non è scandaloso considerando l’emergenza con la quale i giallorossi si sono presentati al Bentegodi. È un nuovo sassolino che va ad ingigantire la montagna dei rimpianti che sta oscurando il cielo di Trigoria: altri 2 punti persi dopo quelli di Bologna, di Torino e dopo i 3 dilapidati in casa contro l’Atalanta. Cacciare Garcia? Forse ci si arriverà in caso di fallimento sabato contro il Milan ma è bene chiarire che, arrivati a questo punto del cammino, difficilmente servirebbe a invertire l’inerzia. Spalletti, il nome più gettonato per la sostituzione, potrebbe gettare le basi per la prossima stagione così come fece Mancini con l’Inter ereditata da Mazzarri a fine novembre 2014, smontata e ricostruita quasi da zero.