La penna degli Altri 18/01/2016 17:15

IL PUNTO DEL LUNEDI - Laudisa, Sconcerti, Caputi, Mura, Giubilo, Telese

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LAROMA24.IT - Ennesimo pareggio per la Roma che non riesce a trarre beneficio della cura Spalletti. All'Olimpico i giallorossi non vanno oltre l'1-1 contro il Verona e vedono sempre più lontane e , locomotive del treno scudetto.

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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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GAZZETTA DELLO SPORT - C. LAUDISA

Addirittura in casa Roma il presidente ha appena deciso di affidarsi a Luciano Spalletti, chiudendo il capitolo dopo mille ripensamenti. Tuttavia anche nella capitale si presta grande attenzione alle lacune dei giocatori. Ecco perché il balbettante avvio del nuovo corso giallorosso giustifica ancor di più la scelta di ingaggiare il genoano Perotti, magari con l’aggiunta del rossonero El Shaarawy se davvero Gervinho stavolta si convince ad andare in Cina. Nel minestrone dovrà aggiungere anche (evidentemente) un nuovo difensore. Insomma il lavoro per il d.s. romanista non mancherà nei prossimi giorni. Ci ha abituato in passato a degli autentici colpi di scena nel finale: tutto lascia credere che dovrà mettercela tutta per dare il meglio di sé.

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CORRIERE DELLA SERA - M. SCONCERTI

Non risolve la Roma di Spalletti. È sembrata una squadra imbottita di nozioni che non ha capito, come pressata da un maestro troppo insistente. Una Roma un po’ lunare, quasi stupita di dover giocare ancora a calcio dopo tante polemiche e fatiche. Una specie di bambina punita. Che nel frattempo è molto lontana dai due avversari.

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IL MESSAGGERO - M. CAPUTI

Nessuno ha la bacchetta magica, neanche Spalletti. Non importava come, ma sarebbe servita la vittoria per ridare entusiasmo e fiducia a tutto l’ambiente, primi fra tutti i calciatori. e compagni, almeno per un tempo, hanno provato a mettere in pratica le novità tattiche, ma tre sedute di allenamento sono troppo poche, soprattutto per una squadra impaurita e da tempo disabituata ad avere organizzazione e idee di gioco. Bisogna avere pazienza e, salvo clamorosi ribaltoni, puntare tutto sul terzo posto per il quale Inter e sono le rivali.

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LA REPUBBLICA - G. MURA

Gran parte delle incertezze sui valori effettivi era dovuta alla falsa partenza delle prime due attuali. Più lunga la messa a punto della . Dalla quarta alla ventesima giornata hanno avuto lo stesso rendimento, vantaggio minimo di un punto per il . Altre, come l’Inter, sono partite col botto e il momento grigio lo stanno attraversando quando invece tutto sembrava chiaro, o semplice. Un dettaglio dovrebbe preoccupare Mancini: aggiungere attaccanti ad attaccanti non ha prodotto nessun tiro in porta. Poi, se Handanovic è quasi sempre il migliore, complimenti a lui, non certo agli equilibri della squadra.

Equilibri che la Roma aveva smarrito con (un commiato da signore, gliene va dato atto) e che Spalletti non poteva ritrovare in pochi giorni. Talmente giù la Roma da non battere nemmeno il derelitto Verona.

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IL TEMPO  - G. GIUBILO

Cambia il timoniere, tradizionale bottiglia di spurnante sullo scafo, ma la nave giallorossa non si stacca dal molo. Dei suoi nove punti cornplessivi, che li dirigono impietosi verso la caduta, due l'Hellas li ha conquistati proprio contro la Roma. E gia e andata bene a Spalletti di non scontrarsi con la legge dei grandi numeri, che avrebbe consentito ai rivali di conquistare la prima vittoria della stagione. Le cose si erano messe bene, con la prima rete net campionato di , ma it nuovo tecnico ha pagato caro un pesante errore di valutazione, quando ha deciso di accordare piena fiducia a un da tempo inguardabile. Sul fallo da rigore, l'attaccante veronese gli aveva preso un vantaggio perfino imbarazzante nelle dimensioni. Segno che ancora il buon Luciano non aveva avuto il tempo di esaminare a fondo le varie situazioni allarmanti che l'organico proponeva. La qualità del gioco non ha trovato grandi progressi rispetto alla manovra lenta e prevedibile che aveva segnato tutto il periodo della pareggite, per colpa del quale la squadra si era allontanata dalle zone privilegiate della classifica. Un brutto periodo anche per . E domenica ci Sara un test terrifican-te, contro quella che ha firmato la decima vittoria consecutiva, concedendosi il lusso di lasciare in panchina Pogba.

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LIBERO - L. TELESE

Ricapitolando: una nota società sportiva di Roma sbaglia campagna acquisti, cede alcuni dei giocatori più forti, i giovani forti: nessuno si prende le sue responsabilità, meglio scaricare sull'allenatore francese. Del mister, un tempo acclamato per aver resuscitato il club, dicono: è diventato una pippa. Sentendo odore di sangue, il Popolo Curvarolo (e forse i giocatori) se lo magnano. La goccia fatale: una partita folle con una nota squadra milanese. Il club della Capitale segna, ma nel secondo tempo i suoi fuoriclasse sembrano improvvisamente imbrocchiti. I milanesi pareggiano. Il francese e cacciato a furor di popolo. Si richiama un allenatore di Certaldo, costretto sei anni fa a dimettersi. Anche di lui si diceva: e diventato una pippa. Per sette giorni e di nuovo un genio e si fanno calcoli-scudetto. Ieri, con gli ultimi in classifica, il club di Roma segna. Ma nel secondo tempo i suoi fuoriclasse sembrano improvvisamente imbrocchiti. Gli ultimi sudano e pareggiano. Il Popolo Curvarolo sviene. Ma il vero male giallorossoscuro e questo: c'e un tipo che fa il presidente da Boston e vede i giocatori una volta fanno (li porta in gita premio in America). Il tipo non si scomoda nemmeno per arruolare il nuovo-vecchio mister. Dagospia scrive: è arrabbiato per le pippate e perché l'affare stadio si allontana, vuole vendere il club. Il presidente smentisce. Dispiace. Ma per la Roma.

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