La penna degli Altri 31/01/2016 16:14
Il Faraone sblocca la Roma
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Serviva una vittoria, la prima della nuova gestione Spalletti, ed è arrivata contro il Frosinone penultimo in classifica. Ma i tre punti, assieme al primo gol in giallorosso di El Shaarawy e poco altro, solo le poche cose liete di una seratacomplicata per una squadra molto lontana da quella che il nuovo tecnico immaginava di poter rifondare. Troppo poco il tempo e troppe le assenze, soprattutto quelle piovute in extremis, per pensare di poter svoltare. Tra le fila giallorosse regna ancora il caos, il problema «psicologico» è tutt’altro che risolto, ma un primo passo è stato fatto: piccolo, ma è già qualcosa. Anche se al successo di ieri sera va fatta la tara di un avversario che, seppur di buona volontà, è proprio di un’altra categoria e difficilmente riuscirà a restare inserie A.
SPALLETTI CAMBIA – Gli infortuni in extremis di Digne e Torosidis costringono, complice anche l’assenza di Florenzi, Spalletti a cambiare: tutto. I giocatori ovviamente, perché probabilmente non avrebbe mai messo dall’inizio i due arrivati a Roma nelle ultime quarantotto ore. Invece tanto il «lento» Zukanovic, quanto El Shaarawy partono dall’inizio: uno da terzo difensore, l’altro sulla fascia sinistra con Rudiger che va addirittura a fare l’esterno dall’altra parte del campo. Il bilancio è un centrale e un attaccante da terzini. Ma anche modulo, perché la squadra di Spalletti cambia più volte in corsa. Insomma è una Roma piuttosto rabberciata, costretta ancora una volta a inventare.
SUBITO ROMA, POI BUIO – Parte forte la Roma, sembra avere le cose giuste in testa, dopo due settimane di cura Spalletti. Arriva a da tutte le parti in un avvio all’arrembaggio che sfocia nel vantaggio firmato ancora da Nainggolan: due gol su due dell’era Spalletti portano la sua sigla. Poi, quando la serata sembra messa bene, arriva la doccia fredda: puntualissima. Bambola difensiva di una retroguardia chiaramente non affiatata: De Rossi, buca, e Zukanovic si presenta con la prima «non chiusura». Poi Ciofani tira fuori il coniglio dal cilindro e inchioda Szczesny: fa 1-1 e tutto da rifare.
CAOS E POCA LUCIDITÀ – La reazione giallorossa arriva, ma solo a tratti perché la manovra non è fluida ed è lampante come più che una squadra la Roma sia ancora un’accozzaglia di giocatori messi assieme. Ieri erano addirittura cinque giocatori messi fuori ruolo. E lì davanti la Roma continua a sbagliare troppo: Salah che aveva fatto impazzire il campionato italiano, è lontano anni luce e Dzeko è lasciato come sempre a fare a botte da solo. Bella la sua girata al 35’ sulla quale Leali su allunga in angolo. Così, il primo tempo si chiude sull’1-1 tra i fischi dei pochi romanisti (seimila paganti) surclassati fin qui dai quasi duemila ciociari piombati nella Capitale.
MEGLIO LA RIPRESA – Il secondo tempo si apre ancora con la Roma in avanti. Tre minuti e la coppia che non doveva giocare rimette in piedi la serata: cross di Zukanovic e gran colpo di tacco di El Shaarawy che pesca dal sarcofago un colpo impossibile. Fa2-1 e Roma che inizia a giocare meglio, anche se ogni volta che il Frosinone supera la metà campo lì dietro gambe e teste tremano. Spalletti capisce che è tempo di cambiare e pesca dal passato togliendo a sorpresa Dzeko per Totti: il bosniaco che fin qui ha lavorato e preso colpi per tutti, non la prende bene per niente. Il Capitano giallorosso invece gioca la partita numero 593 in serie A e riesce a dire ancora una volta la sua mandando Pjanicin porta con una facilità imbarazzante: rasoiata millimetrica del bosniaco che sigla il suo ottavo gol stagionale e fissa il risultato sul 3-1. Bene così, ma Spalletti ora ha capito: sì, pensava di venire a Roma e dover fare un grosso lavoro, ma forse nemmeno lui immaginava quanto realmente ci fosse da fare per riportare questa squadra dove pensava di essere… e non è più. Martedì contro il Sassuolo di Di Francesco servirà altra roba per uscirne indenni e senza Manolas squalificato bisognerà inventare ancora.