La penna degli Altri 09/01/2016 01:19

Cudicini: "Un pareggio non serve a nessuno. La Roma può ancora riprendersi"

Fabio-Cudicini

AS ROMA MATCH PROGRAM (F. VIOLA) - Fabio Cudicini, il “ragno nero”, ha tre figli: due sono nati a Roma e uno a Milano. I suoi affetti familiari “seguono” i suoi legami calcistici, la sua carriera lo ha visto protagonista sia a Roma sia a Milano. , classe ’35, con la Roma ha vinto la Coppa della Fiere e la prima Coppa Italia della storia giallorossa. “Questa gara mi coinvolge sempre molto, sentimentalmente sono legato ad entrambe le società, mi hanno dato molto e vorrei potessero sempre essere nelle prime postazioni in classifica”.

Che gara si aspetta?

Spero il risultato non sia un pareggio. Non servirebbe a nessuno, anzi prolungherebbe l’agonia delle due squadre. Mi dispiace, quello che dovrebbe essere un big match è un incontro tra due squadre deluse. Entrambe ad inizio stagione avevano grandi obiettivi e all’ultima del girone di andata sono in una situazione delicata. Insomma, vedrò la gara con nostalgia… con il cuore di un ottantenne che vorrebbe la vittoria di una della due squadre per dare un segnale forte. Chi vince prenderà un po’ di sicurezza nei propri mezzi e potrebbe cominciare la rincorsa verso i primi posti della classifica. La società che perde invece potrebbe prendere una decisione forte nei confronti dell’allenatore, o forse dovrebbe.

Cosa ne pensa dei due allenatori, e Mihajlovic?

Sono entrambi sulla graticola. è partito molto bene; due secondi posti era il massimo con una davanti così forte. Ha dimostrato di avere una sapienza da conduttore, ma poi le cose non sono andate come si aspettava. Alcuni giocatori molto forti hanno avuto prestazioni altalenanti, , Gervinho, non hanno reso come ci si aspettava… Ci sono stati anche parecchi infortuni. E poi , il “bandierone” come lo chiamo io… alla soglia dei quaranta anni è normale che non sia più quello di qualche stagione fa.

E Mihajlovic?

Ha tentato di fare il sergente di ferro, ma a cinque mesi dal suo arrivo si è rivelato non essere una buona idea. Nell’ambiente si dice che alcuni giocatori non lo abbiamo ben accettato. E poi a Milano c’è forte e presente la figura del presidente Berlusconi: è un buongustaio del calcio e se qualche cosa non gli piace lo manifesta. È in grado di trovare i giusti difetti del gioco e per questo non ha una facile rapporto con il mister. Il Milan insomma non ha una identità precisa, i ruoli vengono cambiati spesso prima e durante la gara… è un cantiere che dura da cinque mesi. Ma le responsabilità quando mancano i risultati non è solo degli allenatori, i giocatori che scendono in campo a volta si lasciano trascinare dalle situazioni, sono momenti in cui vanno tirati fuori gli attributi”.

Come si recupera la serenità in questo momento?

Con i risultati, infatti è un cane che si morde la coda. Fare buone prestazioni è la miglior medicina. Manca tutto il girone di ritorno e se vediamo quello che sta facendo la , che ha inanellato otto vittorie consecutive, tutto è ancora fattibile. Tra le due squadre, credo la Roma abbia più possibilità di recupero, ha interpreti più validi, nonostante il Milan abbia investito molto sul mercato, non ha giocatori di pari livello alla Roma.

In testa alla classifica ci sono tante squadre in pochi punti, chi crede possa rimanere in alto fino alla fine?

La ha bene evidenziato quello di cui è capace. Poi vedo bene l’Inter, la squadra è sorretta dalla mentalità vincente di Mancini. Lo era da calciatore e lo continua a fare in panchina, ha anche acquisito un buon rapporto con la società che lo soddisfa nell’acquisto dei giocatori che chiede. L’unico fattore negativo è che fare la corsa in due/tre può succedere che qualcuno perda terreno. Diverso è se il gruppo è molto nutrito, arrivare davanti è molto difficile.

Lei ha vinto sia a Roma sia a Milano, è così diverso?

A Roma un grande peso lo ha il pubblico, io sono sempre stato sostenuto e appoggiato. Oggi ho capito che ci sono dei problemi e gli stessi giocatori in alcune interviste hanno evidenziato l’importanza del tifo durante la gara. L’ambiente è più caldo e ci vuole il giusto carattere e la necessaria applicazione per gestirlo. Nel DNA del Milan c’è impresso che si deve vincere. Quella maglia è pesante da portare, ma la responsabilità ti fa lavorare con il massimo impegno. È facile parlare dall’esterno, ma io non mi sono mai trovato in situazioni del genere e non credo sia facile reagire… Ci vogliono gli attributi.