La penna degli Altri 14/12/2015 13:17
Roma, un punto che sa di brodino
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il punto del San Paolo, il primo di Garcia qui dopo 3 viaggi a vuoto, tiene in vita la Roma. Che, ultimamente, non riesce a schierare 11 giocatori sani in campo. Il pareggio contro il Napoli, 0 a 0, va dunque accettato. Per il morale più che per la classifica. Perché l'Inter prima è avanti 7 punti e i giallorossi, dopo il successo della Juventus, sono quinti. Ma la prestazione, ancora decente contro una big, fa crescere l'autostima del gruppo. Che, pur non inquadrando mai la porta avversaria (ultima volta 7 anni fa: 2 a 0 per la Juve il 1 novembre 2008), difende bene contro la squadra di Sarri che ha già segnato 50 gol tra campionato e coppe. E, in più, De Rossi segna di testa nel finale, ma Rizzoli annulla: palla uscita sul cross di Ruediger. Nessuna certezza, però.
PRESSIONE INIZIALE Lo 0 a 0, considerate le assenze e le condizioni di alcuni titolari, è insomma prezioso. Gervinho, per la terza volta in 9 giorni, non riesce a far sorridere Garcia e, come contro il Bate, finisce ancora in tribuna. In panchina, tanto per capirsi, entrano addirittura 3 giocatori della Primavera: D'Urso, Di Livio e Sadiq. C'è, dunque, poco da scegliere, anche se al San Paolo scende in campo la formazione numero 21 (su 22 partite stagionali). La Roma parte lo stesso con il 4-1-4-1: De Rossi a proteggere la difesa, Iago Falque e Salah sulle fasce e in linea con Pjanic e Nainggolan. Dzeko è davanti a tenere palla e far salire i compagni. L'obiettivo è non lasciare campo sulle corsie e tenere bassi i terzini Hysaj e Ghoulam. Almeno per metà tempo i giallorossi, anche grazie al pressing iniziato subito fuori dell'area partenopea, oscurano il Napoli che fatica a prendere l'iniziativa.
ASSETTO CAMALEONTICO Garcia, però, vuole togliere respiro a Jorginho, il playmaker di Sarri. Così, prima del quarto d'ora, passa al 4-2-3-1, avanzando Pjanic. Il Napoli, invece, si sveglia e, insistendo sul lato sinistro dove Florenzi non prende mai Insigne e Ghoulam attacca Iago Falque, costringe Garcia a modificare ancora il sistema di gioco: alla metà del primo tempo, ecco il 4-4-1-1, sempre con Pjanic alto su Jorginho. Cambia anche il primo guardalinee di Rizzoli: si fa male Cariolato, costretto a lasciare il campo sulla macchinetta elettrica, e al suo posto va il quarto uomo Barbirati. All'intervallo i portieri Szczesny e Reina arrivano senza fare nemmeno una parata. Il Napoli, dopo l'intervallo, è più intraprendente, conseguenza dell'atteggiamento della Roma che si sistema con 9 giocatori sotto la linea della palla. Solo Dzeko si ferma a centrocampo. Lì, ma a lottare come gli altri. La disponibilità è totale, per proteggere la difesa e portare a casa il risultato. Sarri interviene prima del collega, inserendo Mertens a metà ripresa per il deludente Callejon. Garcia, invece, replica cercando di andare in soccorso dei suoi interpreti più stremati. Comincia da Salah che zoppica per la solita caviglia non ancora stabile: dentro Iturbe. Toglie pure Iago Falque, con la lingua di fuori per aver inseguito a lungo Ghoulam, e dà spazio a Gyomber che va a fare il terzino destro con l'avanzamento di Florenzi. Fuori pure quest'ultimo, in campo Vainqueur, con il Napoli che ci prova con El Kaddouri per Insigne. Ma dopo 25 gare di campionato (62 gol) resterà a digiuno al San Paolo. Manolas e Ruediger sono perfetti contro il capocannoniere Higuain.
GIALLO FINALE E Szczesny entra in scena al momento giusto. Salva per 2 volte nella stessa azione su Hamsik, piombato in solitudine, davanti a lui e a fine recupero respinge su Mertens (El Kaddouri poi non inquadra la porta). Ma, in precedenza (minuto 35), c'è il gol annullato a De Rossi dal quarto uomo, promosso guardalinee, Barbirati. Chissà se davvero la palla, sul cross di Ruediger, ha superato completamente la linea di fondo. Così Garcia infila il secondo 0 a 0 di fila (il primo stagionale in campionato: non ha più il miglior attacco).
Un inedito nella sua gestione. Per la quarta volta (su 4 visite) non segna al San Paolo. Anzi, per la verità, c'era finalmente riuscito.