La penna degli Altri 21/12/2015 13:35
Roma, tre punti per sopravvivere
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Finalmente la Roma. Che riparte, dopo 7 partite e 42 giorni di crisi profonda. E che, .probabilmente (o, magari, solo momentaneamente: la conferma del ds Sabatini, a fine gara, è stata tiepida), salva Garcia, abbracciato dai giocatori dopo la rete di Florenzi, decisiva per sbloccare il risultato e indirizzare il match. Il successo sul Genoa, 2 a 0, chiude il 2015, anno sofferto e da ricordare per il 2° posto alle spalle della Juve (fine maggio) e per la qualificazione agli ottavi di Champions (inizio dicembre). Ma, nonostante la vittoria nell’Olimpico sempre più vuoto (4.490 paganti e meno di 20 mila presenze), il gruppo giallorosso conferma di non essere ancora guarito. Manca sempre il gioco, lievita il nervosismo. Poche chance in attacco e Szczesny di nuovo tra i migliori in campo. Il copione non esiste e i solisti vanno in tilt: Dzeko prende il primo rosso della carriera per il doppio insulto a Gervasoni e Nainggolan deve invece ringraziare proprio l’arbitro che lo ha graziato. Del pomeriggio, insomma, restano soprattutto i 3 punti, fondamentali per non perdere altro terreno dalle 4 squadre che sono davanti in classifica. E per ritrovarsi, in serata, a 4 punti dal vertice: l’Inter ora è più vicina.
LENTA E SCONTATA - La Roma, oltre al successo, ritrova il gol su azione. L’ultimo, in campionato, l’8 novembre contro la Lazio: il destro, per il 2 a 0, di Gervinho. Da quel giorno, l’involuzione: i pareggi fuori casa contro il Bologna, il Torino e il Napoli, quello casalingo con il Bate Borisov, e le sconfitte umilianti contro il Barcellona al Camp Nou, l’Atalanta e lo Spezia (ai rigori, con l’addio alla Coppa Italia). Florenzi, sfruttando il rinvio maldestro di Munoz, ha interrotto la serie negativa. Quando ha però guidato la squadra a festeggiare con l’allenatore (anche per rispondere ai fischi ricevuti nel riscaldamento e indirizzati al francese e ai giocatori), la gente non ha gradito. Perché il primo responsabile, per la tifoseria, rimane Garcia. La prestazione contro il Genoa non ha certo aiutato il tecnico a riconquistare gli spettatori. La conclusione al volo di Florenzi è stata l’unica nello specchio della porta durante il primo tempo. Assente ancora il pressing e assetto sempre lungo. Molti calciatori passeggiano invece di correre e, come mercoledì in Coppa Italia, diversi si bloccano per i crampi, da Digne a Nainggolan. Difficile, quindi, creare pericoli anche contro chi sta addirittura peggio. Come i rossoblù, penalizzati dalle 4 assenze: Pavoletti e Perotti (squalificati), Burdisso e Tino Costa (infortunati). Gasperini non ha potuto evitare il 5° ko consecutivo. Il suo collega, schierando la stessa squadra usata per le vittorie pesanti contro la Fiorentina e il Bayer, ha invece finito il digiuno. Pericoloso per lui e per il gruppo.
DIFESA REGISTRATA - Szczesny interviene quando serve, Manolas e Ruediger ordinati: i reparto arretrato, per il 4° match di fila, non prende gol. E’ vero che la Roma fatica a costruire occasioni da rete, ma almeno dietro sembra più solida. L’attacco, pur essendo con 32 gol il 2° del torneo dietro alla Fiorentina con 33, ha perso efficiacia. Dzeko non si sblocca, Salah e Gervinho sono convalescenti in campo. Pjanic è altalenante proprio come De Rossi, Nainggolan stanco e falloso. Nella sosta è obbligatorio il check up, dalla preparazione atletica all’addestramento tattico.
PALLOTTA DELUSO E INDECISO - Garcia si augura di esserci il 6 gennaio a Verona contro il Chievo: dipenderà da Pallotta che contesta il rendimento stagionale. Non è d’accordo con la squadra e i dirigenti italiani che appoggiano il tecnico. Boisseau, manager del tecnico, è nella capitale. Non si sa mai. Intanto la Roma, a prescindere da chi avrà in panchina, nella prima gara del 2016 non potrà contare su Dzeko, Nainggolan e Pjanic (tutt’e 3 squalificati). L’unico sorriso, proprio sul finire del match, viene dal più giovane: il centravanti diciottenne Sadiq che, di testa in tuffo, segna il suo 1° gol in A. Diventano 13 i marcatori in campionato (nessuno ha fatto meglio) e, contando la Champions, addirittura 14. Ma al presidente interessa solo la posizione in classifica. Che è deludente.