La penna degli Altri 17/12/2015 14:04

Pallotta: "Sono disgustato"

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IL TEMPO (A. AUSTINI) - «Disgusted». Disgustato. in una parola ci riassume il suo pensiero sull’eliminazione della Roma dalla Coppa Italia per mano dello Spezia. Una settimana fa aveva lasciato una squadra qualificata agli ottavi di (comunque tra i fischi), ora dagli Usa assiste all’ennesimo flop. «Un fallimento umano», come lo descrivono a Trigoria, che porterà inevitabilmente delle ripercussioni. Alcune nell’immediato, altre a giugno.

«A nome mio e della società chiedo scusa ai tifosi per la partita di oggi. Le mie congratulazioni allo Spezia» aggiunge poi in un tweet. La posizione di è ufficialmente in bilico. Il club sinora ha provato a proteggerlo, almeno di facciata. Ma l’umiliazione di ieri è talmente grande che adesso diventa impossibile non pensare a un cambio in panchina. Serve una scossa, prima di perdere gli altri obiettivi, difficilissimi da conquistare ormai se la Roma è quella dell’ultimo mese.

Finita la gara con lo Spezia, il ha lasciato subito l’Olimpico per dirigersi allo , mentre è toccato a e il suo vice Massara parlare con Rudi nell’ufficio dello stadio. Poi il diesse ha raggiunto e Zanzi a piazza del Popolo. Da lì è stato possibile mettersi in contatto in videoconferenza con . È stato il presidente la scorsa estate a volere più di tutti la conferma di , mentre , fra gli altri, ha parlato con Sarri. Poi, visti gli stenti iniziali (Borisov su tutti) a fine settembre il presidente ha contattato tramite un intermediario che gli ha fatto sapere di non essere disponibile per la Roma. A quel punto i dirigenti hanno deciso di andare avanti con Rudi. E di navigare a vista fino a giugno quando la scelta di allenatori sarà più ampia e anche i dirigenti potrebbero farsi da parte. Ora stanno valutando tutti i nomi possibili per intervenire subito: da Lippi a Capello, da Mazzarri e Spalletti, soluzioni non mancano anche se nessuno convince fino in fondo.

Alle 21.15, uscendo per primo dallo , ha confidato all’unico cronista presente: «Sono angosciato, ma non abbiamo deciso nulla». Pochi minuti dopo è stata la volta di e Zanzi. «Ci vuole calma», ha spiegato il diggì.

E se si dimettesse ? Ad ascoltare le sue parole dopo Roma-Spezia non ci pensa neppure, forte di un contratto da 2.5 milioni netti a stagione fino al 2018. «Non mollo mai - ribadisce il francese - non è un problema. Spingerò la squadra fino alla morte, se serve. Abbiamo perso fiducia, mi dispiace e mi fa rabbia. Spero che questa partita possa essere una lezione per i giocatori: se giochi con i dubbi non si va da nessuna parte .Non so se abbiamo capito tutti che questa squadra e questa società sono importanti e non si può non vincere in casa contro una squadra di Serie B: è un fallimento».

I tempi per un esonero immediato sono stretti, domenica c’è il e allora, forse, tanto vale prendersi tutta la sosta natalizia per decidere. Intanto va avanti: «Dobbiamo ritrovare entusiasmo e fiducia - spiega - tocca solo a noi farlo. La gara di domenica è fondamentale perché ci serve una vittoria. Da tre partite non subiamo gol e abbiamo ritrovato equilibrio, ma non riusciamo più a segnare».

L’eventuale decisione sul ritiro verrà presa stamattina a Trigoria, considerando che i giocatori sono tutti convocati la sera per la festa di Natale organizzata in un locale sulla Tiburtina. Mai come stavolta i sarà davvero difficile brindare per la Roma.