La penna degli Altri 05/11/2015 16:47

IL PUNTO DEL GIOVEDI' - Mura, Sconcerti, Licari, Giubilo

punto_lunedì

LAROMA24.IT - La Roma torna a vincere in affrontando l'ennesimo match dai tratti schizofrenici. Contro il Bayer Leverkusen gli uomini di dominano il primo tempo e rischiano la debacle nei primi minuti della ripresa. Salva il risultato il solito su calcio di rigore. Tre punti fondamentali per il cammino europeo dei giallorossi che nei prossimi due turni affronteranno e Bate Borisov: partite decisive per il passaggio del girone.

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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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LA REPUBBLICA - GIANNI MURA

Passata la festa, sarà bene che la Roma s’interroghi seriamente su quel che possiamo chiamare psicologia di squadra. La Roma doveva vincere per continuare a sperare e ha vinto dopo aver dominato la partita nel primo tempo, averla regalata nel secondo e aver sofferto nel finale pur essendo il Bayer in 10. Anche il Bayer è generoso o stolto: non si può difendere a 40 metri dalla porta contro attaccanti velocissimi come e Gervinho. Grazie agli spazi concessi, è il festival del contropiede, il trionfo dei Beep-Beep in giallorosso cui partecipa (un gol e un assist) anche . Non si fa in tempo a pensare che, finalmente, la Roma è pratica oltre che veloce e si cambia idea: prima sbaglia un gol più facile di quello che ha segnato, poi sbaglia per due volte l’ultimo passaggio con la difesa tedesca completamente aperta e in inferiorità numerica. In tutto il primo tempo il Bayer vede solo una volta la porta, con una giratina del Chicharito. La Roma dovrebbe chiuderlo con 4 gol, ma anche due vanno bene, o no?

No, perché si ricomincia e dopo 6’ è 2-2. Il Bayer, con una sola mossa (Bellarabi per Kiessling) cambia faccia. E la Roma,a quanto pare, ha cambiato testa e, di conseguenza, atteggiamento. E’ inammissibile beccare un gol dopo nemmeno un minuto. E’ comprensibile l’angoscia, dopo quel che era capitato all’andata, che annebbia i riflessi. Ora i tedeschi arrivano prima su tutti i palloni, e i difensori sono distratti: libera Mehmedi, bravo il . Più passa il tempo più tira una brutta aria. L’Olimpico è fasciato dal silenzio. La vittoria arriva su rigore, indiscutibile, con espulsione di Toprak. lo segna, pur non tirando benissimo, ed è bravo a rimanere freddo nella circostanza (prima e dopo, mica tanto). Sommando le occasioni, la vittoria della Roma ci sta tutta. Ci stanno meno, in prospettiva futura, i 10 gol subiti in 4 partite. Sono troppi. Il guaio è che dietro un rendimento sicuro lo offre solo . La Roma s’è salvata soprattutto grazie ai suoi recuperi, alla corsa di , all’abnegazione di , alla velocità di . Più fumoso Gervinho, in difficoltà . Infine, come possa una squadra così autorevole e forte per 45’ ripresentarsi balbettante e incapace di fare tre passaggi di fila resta un mistero. Che la parola amnesia non basta a chiarire. E nemmeno la freddezza del tifo.

IL CORRIERE DELLA SERA - MARIO SCONCERTI
La Roma trova alla fine un risultato ottimo e complesso. Le sue retrovie sembrano i convogli dei vecchi coloni, aperti a qualunque soluzione indiana, ma le sue qualità offensive sono di assoluto livello. L’equilibrio è un gioco a tempo, ha una realtà episodica, ma il risultato che «elimina» il Bayer è corretto per somma di opportunità. La Roma è sempre un po’ confusa e un po’ irresistibile, si coniuga con l’italianità di questo tempo, molte buone squadre, nessuna di vero riferimento. Ma non è che in Europa ci sia troppo di meglio. Ogni partita è una piccola scommessa. [...] La Roma può battere chiunque e nello stesso modo perdere. È diversa dalla , che tenta di essere geometrica e non trova ancora il bandolo. [...]

LA GAZZETTA DELLO SPORT - FABIO LICARI

scaccia via gli incubi con un tiro imperfetto e cruciale, risolvendo il caso poco prima della scritta «fine» come in un bel thriller. Ma i dubbi restano tutti. Quanto vale davvero la Roma? Potenzialmente tanto, ma non sempre si capisce. ritorna centravanti moderno, a tutto campo, si muove e lancia i compagni neanche fosse un 10. è un po’ naif, ma a tratti irresistibile. Però non c’è continuità e dietro si soffre tanto. A un primo tempo spettacolare e sprecone — approfittando della tattica suicida del Leverkusen, schierato con una difesa così alta da far invidia a Zeman — segue una ripresa di inspiegabili amnesie. E così la paura che si ripeta la beffa dell’andata (quando dal 4-2 si era passati a un 4-4 deprimente per classifica e morale) s’impadronisce della Roma. Il rigore è una liberazione che consentirà a di riflettere con tranquillità. Per quanto tranquilla possa essere la settimana del derby. Sembra, più che altro, questione di testa. E di difesa naturalmente. Comunque gli ottavi sono alla portata considerato che il calendario — il Bate all’Olimpico e il fuori — è l’opposto di quello del Leverkusen e, teoricamente, più favorevole. Ma guai a illudersi. Discorso che può valere anche per la messa un po’ meglio in classifica: questa è una della più equilibrate che si ricordi. Almeno fino a oggi.

IL TEMPO - GIANFRANCO GIUBILO

Avanti di due gol. Ma stavolta, rispetto alla gara di andata, i minuti a disposizione per difendere il doppio vantaggio sono una sessantina, quindi teoricamente non c’era da stare molto tranquilli. Stavolta l’incubo si materializza in apertura di ripresa, pochi minuti bastano per dilapidare il tesoretto che avrebbe potuto essere più sostanzioso. A metà gara equilibrio ristabilito e Roma in evidente difficoltà, ma il dramma che stava maturando trova finalmente un lieto fine. Il rigore di riporta avanti i romanisti che con affanno, nonostante l’uomo in più, portano a casa i tre punti che l’avvicinano a una qualificazione non ancora matematica, ma più probabile. Non è stata la Roma migliore, pesano anche gli infortuni a e a , quest’ultimo in campo soltanto per pochi minuti. Per il derby ci vorrà un altro atteggiamento e soprattutto meno distrazioni.

Nella prima serata della , un buon punto per la non ancora al sicuro, ma in posizione privilegiata. Nessuna sorpresa nella sfida più attesa del turno, quella del Bernabeu, dove il Real Madrid sta giocando a immagine e somiglianza del suo Rafa Benitez. Vedere i merengues dediti al più bieco catenaccio stringe il cuore, ma alla fine il lavoro sporco paga. Non si sentiva la mancanza dell’Europa minore, che però irrompe inesorabile a complicare la vita a quei fessacchiotti che dedicano le loro attenzioni agli impegni di campionato già dietro l’angolo. La Lazio ha un derby imminente, da giocare da sfavorita e dunque nella migliore condizione di spirito seconda la cabala. Pioli porta in Norvegia i magazzinieri e qualche loro amico occasionale. La qualificazione sembra comunque blindata contro l’ultima in classifica. Gioca in casa il , dunque soltanto Sarri può consentirsi un comodo turn over contro i danesi, ora secondi. Non può permettersi confidenze la dopo le sconfitte interne con il Basilea e il Lech Poznan. Non è ancora fuori dai giochi, ma è indispensabile che vada a vincere in Polonia.