Dalle barriere ai controlli serrati ai tornelli, il dibattito su radio e social è sempre più acceso. Il pensiero che va per la maggiore è quello espresso da un tifoso su un forum specializzato:
«Non sono i divisori a risolvere il problema della violenza negli stadi, altrimenti li avrebbero già messi 30 anni fa. Oltretutto gli incidenti rilevanti avvengono fuori, nelle zone adiacenti. Sembra chiaro che ci sia la volontà di “affondare” il tifo organizzato con provvedimenti di polizia, misure che in altre città metropolitane non si paventano. Gabrielli nel vedere le curve vuote si riterrà soddisfatto e le due società, che subiscono un danno economico, non hanno potere per annullare il provvedimento».
C’è anche chi, per sopperire a questi provvedimenti, aveva ipotizzato un trasloco momentaneo:
«Mi piacerebbe che l’intera Nord si spostasse in Tevere ». Un po’ meno numerosi, quelli che ancora non riescono a darsi pace nel lasciare sola la propria squadra in un appuntamento così importante:
«La decisione di separare la curva è assurda, i controlli su bambini e anziani ai tornelli incommentabili. Ma non andando allo stadio per me si fa solo il gioco del prefetto, che trae il massimo vantaggio dalle curve vuote. Lo stadio senza Nord è un colpo al cuore che questa volta non riesco proprio a condividere». Ancora più marginali i commenti di chi la pensa come Luigi, intervenuto a Radio Incontro Olympia:
«Ma vi pare normale che per protestare contro lo Stato si vada a fare un torto a noi stessi e alla Lazio? Io ho comprato il biglietto, perché all’Olimpico ci vado a prescindere per sostenere la mia squadra del cuore ». Una controindicazione però c’è, come fa notare un altro radioascoltatore:
«Io non me la sento di andare allo stadio. Gabrielli sarà pure convinto di aver risolto il problema dentro l’Olimpico, ma fuori cosa può succedere? ». Una preoccupazione che purtroppo è condivisa un po’ da tutti.