La penna degli Altri 20/11/2015 13:19
Gervinho out per 3 settimane. Ma c’è Florenzi
LA REPUBBLICA (M. PINCI/F. FERRAZZA) - Le sensazioni della vigilia si sono rivelate giuste: Gervinho dovrà restare fermo tre settimane. L’ivoriano, appena rientrato nella capitale, si è sottoposto a degli accertamenti strumentali che hanno evidenziato “una lesione miofasciale di primo grado del muscolo retto femorale destro”. In pratica potrà pensare di tornare in campo nell’ultima partita prima della sosta natalizia, in programma il 20 dicembre, all’Olimpico, contro il Genoa. Una tegola che rende complicato il lavoro di Garcia, costretto a fare i conti già con l’assenza di Salah. Oltre a Iturbe e Iago Falque, sarà fondamentale nella rotazione degli uomini d’attacco anche Florenzi. L’azzurro, che sta cercando di crescere come terzino destro, si ritroverà a dover ricoprire il ruolo di esterno offensivo, molto probabilmente già domani a Bologna, con uno tra Iago e Iturbe dall’altra parte. Torosidis o Maicon si contenderanno una maglia da terzino, con il brasiliano che spera di poter giocare dal primo minuto.
Ieri è intanto tornato in una Roma militarizzata anche Rüdiger, che a Bologna chiuderà una settimana di terrore. Una settimana iniziata nel pomeriggio di venerdì 13, quando l’onda di paura non aveva ancora invaso l’Europa: erano da poco passate le 11 e la polizia fece evacuare l’hotel Molitor che ospitava i tedeschi a Parigi. Inevitabile cedere all’agitazione, anche se dopo il trasferimento sui campi del Roland Garros per motivi di sicurezza, lui e i compagni la presero a ridere: «Vorrà dire che giocheremo a tennis». Invece si giocò a calcio - il romanista in campo 90 minuti - mentre fuori cadeva la città: le esplosioni nel 1° tempo, le notizie sui cellulari all’intervallo, mentre il ct Löw che sapeva tutto provava a far finta di nulla. Poi la notte senza dormire nello spogliatoio di St. Denis («È il luogo più sicuro in cui stare»), tra materassi e coperte rimediate dallo staff mentre i pullman uscivano vuoti ma scortati per simulare il ritorno in hotel. Pareva finita, invece no: ad Hannover martedì sera la retromarcia a 5 chilometri dallo stadio, con la nazionale tedesca costretta a nascondersi per due ore in una località segreta e a tenere spenti i cellulari fino alla mattina. Garcia aveva pensato anche di rinunciare a lui, a Bologna. Poi ha cambiato idea: da francese sa che non è il momento giusto per arrendersi al terrore. Così come non si arrende Vainqueur, altro francese in rosa, che ieri ha festeggiato ventisette anni. “Troppo amore, grazie per i vostri messaggi e per la vostra solidarietà” il messaggio su Twitter del centrocampista.