La penna degli Altri 07/11/2015 14:15

Florenzi sogna il recupero. Pallotta resta negli States

ROMA-FIORENTINA FLORENZI 2 25102015 MANCINI

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Lo chiamavano derby: i colori, tanta gente sugli spalti, i romani in campo con la maglia gialla e rossa, a volte si è giocato per lo scudetto, spesso e sempre per la supremazia in à. Oggi, nulla (o quasi) di tutto questo. Per certi versi, quello di domani sarà un derby mai visto, almeno per quel che riguarda la Roma. Unico (speriamo) nel suo genere, mai visto (così come Pallotta, che non sarà né in curva né in tribuna maresterà negli states). Non ci sono e (anche se Daniele lo daremo out solo se al fischio di Tagliavento siederà in tribuna), forse ci sarà , che stanno facendo di tutto per tirarlo per i capelli e dargli una maglia e la fascia di capitano (se mai non dovesse farcela ). Se Ale dovesse dare forfait, per la Roma sarebbe il primo derby con tutti stranieri in campo. In à si parla poco di questa partita, si vive una sorta di rassegnazione. La normalità spaventa, specie chi ha vissuto ben altri tipi di vigilie.

Andiamo sull’aspetto tecnico-psicologico. si porterà appresso almeno un dubbio di formazione, che è legato alla presenza di . Il terzino/centrocampista/ attaccante non ha lesioni al polpaccio, questo invita a un moderato ottimismo, anche se al derby manca davvero poco. Con lui in campo, risolve un problema a centrocampo o in difesa, a seconda di dove si vuole schierare . E questo è legato a un altro dubbio, più di natura tattica. La soluzione servirà (dovrà servire) a di andare a tamponare la fragilità della difesa contro una squadra che davanti ha calciatori veloci e pericolosi, specie sugli esterni. può essere buono in mezzo al campo, utile all’ausilio di , oppure come terzino nell’uno contro uno con Anderson (o Candreva), con l’inserimento di sulla linea dei mediani (il francese a Sky ieri ha dichiarato di «essere pronto», e ci mancherebbe). L’altro dubbio è solamente tattico. Che Roma vedremo? Di sicuro, sarà una squadra attenta. Proverà a fare la partita di Firenze o quella dell’altra sera con il Bayer: la difesa a oltranza e il contropiede si sono dimostrate armi letali ed è quello un sistema utile per non rischiare troppo in difesa. Tutto questo, anche inserendo un equilibratore in più al posto di una punta: Gervinho l’indiziato uscire e a entrare. Ovvio: con e in campo cambia tutto: squadra di mercoledì e basta.

LA CONSAPEVOLEZZA – La Roma (e specie ) sa che davanti avrà la seconda peggiore difesa del campionato e che il derby lo giocherà in casa a tutti gli effetti, perché nell’Olimpico semivuoto (o semipieno) ci saranno sicuramente molti più romanisti che non laziali (venduti nemmeno cinquecento biglietti). Sono certezze a cui la Roma deve aggrapparsi per non perdere il treno e, semmai, fare anche al voce grossa davanti a una squadra, sulla carta, meno forte: sono io la migliore e ora ti sistemo. E’ il derby della teoria, ovvio. Ma l’aspetto psicologico conta. E entrare con la paura non è un bene. Di sicuro la Roma sa anche che, perdendo il derby, non sarebbe compromesso nulla. La situazione si farebbe complicata in vista di una sosta di quindici giorni, che può solo alimentare il chiacchiericcio. Ma il campionato è davvero lungo e non si ferma certo al derby. Non a caso ha scelto la e mercoledì ha mandato in campo i calciatori che non erano al meglio.