La penna degli Altri 02/10/2015 14:27
Un mese e mezzo dopo il brasiliano ci riprova
LEGGO (F. BALZANI) - Da Verona a Palermo: dopo quasi un mese e mezzo Leo Castan ci riprova. Un nuovo esordio che arriva più per necessità (ancora out Rüdiger) che per reale convinzione sul suo pieno recupero anche se negli ultimi giorni lo staff atletico ha riscontrato importanti passi in avanti del brasiliano che oltre ad allenarsi col gruppo si è sottoposto a sedute “di recupero” personalizzate con Norman.
Che la condizione (anche quella mentale) non sia nemmeno vicina al 100% però lo sa per primo Leo che il 4 settembre aveva twittato: «Sono più critico io di qualcuno su me stesso, so che devo migliorare tanto ancora però non mollo mai». In questi ultimi 10 mesi d’altronde ne sono successe di cose: il ricovero, la paura di dover lasciare il calcio, l’operazione al cervelletto per rimuovere il cavernoma, il conforto del mondo dello sport, il lento recupero e il ritorno in campo in una gara ufficiale dopo le amichevoli estive. Contro il Verona, nella prima di campionato, prestazione sotto la sufficienza e una forma fisica da rivedere. «È solo ruggine da inattività», ha sentenziato Sabatini. Normale visto i 10 mesi di stop, normalissimo che il recupero meriti del tempo. Sbagliato, sbagliatissimo invece considerarlo subito un titolare e di conseguenza gestire il mercato della difesa come nulla fosse cedendo Mbiwa, Romagnoli e Astori e limitandosi all’acquisto dell’acerbo Rüdiger e alla toppa Gyomber che Garcia non ha nemmeno inserito in lista Uefa.
Un errore di valutazione commesso nei confronti di uno dei giocatori più importanti della prima Roma di Garcia, quella dei record e della difesa impenetrabile. Il tecnico è dovuto ricorrere all’arretramento di De Rossi indebolendo un centrocampo che già deve fare a meno di Keita e Strootman.
Non lo farà a Palermo dove proprio Castan è atteso al nuovo debutto in una partita dove non mancheranno le motivazioni. A proposito di Strootman e di recuperi tanto attesi: l’olandese a un mese esatto dal terzo intervento al ginocchio in meno di due anni (stavolta a Villa Stuart) è tornato a correre e a calciare timidamente il pallone. Il miracolo (di Mariani che nel 2008 operò, e guarì, a tempo record Totti) sarebbe quello di rivedere in funzione “la Lavatrice” entro gennaio. Chi ha recuperato pienamente (ma lo si era visto già a Borisov) è Iago Falque che a Palermo formerà il tridente con Salah e Gervinho. A meno che Garcia non decida di far tornare Florenzi al suo ruolo naturale dopo il disastro in Bielorussia.