La penna degli Altri 22/10/2015 13:29
Roma, gigante dai piedi d'argilla
LEGGO (F. BALZANI) - Diciotto gol subiti in 11 partite, otto in 3 uscite europee, cinque negli ultimi 10’. Sono i numeri ad aprire un inevitabile processo alla difesa della Roma che a Leverkusen è andata in blackout vanificando il poker giallorosso che poteva valere mezza qualificazione.
Gli imputati maggiori dopo la pazza gara in Germania sono stati Rüdiger, Torosidis e Szczesny sul quale aleggiano i primi mormorii, ma gli errori (madornali) dei singoli sono la conseguenza della disorganizzazione difensiva di una squadra che ancora deve trovare un’identità. A pensarlo solo in tanti a Trigoria: qualche dirigente (ieri anche Pallotta ha chiesto spiegazioni) e molti giocatori poco convinti dei metodi di allenamento di Garcia e del suo staff. Lo testimonia l’occhiataccia di De Rossi (al quale era stato consegnato un pizzino da Garcia negli ultimi minuti) verso la panchina dopo il 4-4 e la sbuffata rivolta da Castan a chi gli chiedeva cosa fosse successo mentre usciva dalla BayArena. Anche Dzeko è rimasto perplesso per gli otto minuti di Leverkusen e ora spera di trovare posto contro la Fiorentina.
Ieri a Trigoria però nessuno ha fiatato durante il consueto confronto post partita in cui Garcia si è fatto sentire: «Dovete starci con la testa per 90 minuti, fate troppi regali e non va bene». Eppure tra i pregi di Rudi c’era proprio la capacità di non fare regali. Due anni fa nelle prime 9 giornate ci riuscì solo il Parma, l’anno scorso proprio di 21 ottobre la Roma ne prese 7 tutti insieme (dal Bayern) dopo averne subiti appena 6 in 12 partite da Parma, Juve, Cska e City. Quest’anno solo il Frosinone non è riuscito a segnare almeno un gol ai giallorossi e la media di reti subite è salita a 1,6 a partita.
Secondo gli ex è colpa di Garcia: «Non si capisce con che modulo giochi la Roma, così non si trova equilibrio», ha detto Giannini. «Garcia cambia la difesa ogni partita, così non si danno certezze», il parere di Losi mentre Balbo è ancora più duro: «Non ha dato un’identità alla squadra, e temo sia tardi». Inevitabile e giustificata qualche critica a Sabatini per un mercato monco, ma l’altalena di scelte prese da Garcia non ha contribuito a dare stabilità: prima ha provato Castan, poi si è affidato a De Rossi centrale e a un Rüdiger ancora infortunato prima di ricominciare il giro mentre qualcuno oggi rimpiange Astori (miglior difensore del campionato come media voto) e Mbiwa. A destra, invece, dopo l’esperimento Florenzi è tornato Torosidis a scapito di un Maicon che a Trigoria danno in ottime condizioni.