La penna degli Altri 01/10/2015 14:34
Le spine di Garcia, da Iturbe e Ponce ai leader esclusi
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA, M. PINCI) - La rosa romanista ha già iniziato a pungere con spine affilate. In un organico costruito per vincere, ogni sconfitta alimenta il malumore. A partire da Iturbe: solo un mese fa era praticamente un calciatore del Genoa, in extremis la retromarcia di Sabatini, spaventato più dal timore che l’affare nascondesse un tentativo di scippo da parte del Milan che dalla necessità di «non indebolire la Roma». L’argentino, preso nel 2014 per 22,5 mln, è passato dai calci ai cartelloni pubblicitari dopo la sostituzione col Sassuolo ai 45 minuti da ectoplasma in Bielorussia. Ma se su di lui s’è insistito allo sfinimento, tanti altri “casi” restano misteri irrisolti. Prendete De Sanctis: messo da parte a inizio stagione per Szczesny, richiamato per l’infortunio del polacco e convincente contro il Carpi dopo la ruggine che lo aveva condizionato con Sassuolo e Samp. Nel momento migliore, però, subito rimosso al primo segnale di recupero del collega, esposto poi a una serataccia. Il modo peggiore per infiammare l’umore dell’esperto n.1. E cosa dovrebbe dire Maicon? Protagonista brillante del successo sul Carpi, emarginato alla Borisov Arena: di gare così ne ha giocate a dozzine, ma Garcia ha preferito rinunciarci.