La penna degli Altri 07/10/2015 13:09

Il nuovo Pjanic è multiuso. E la Roma trova più fantasia

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GASPORT (A. PUGLIESE/D. STOPPINI) - Ehi, lì sotto c’è un errore. Quel 4 vicino a , vicino al numero di ruoli ricoperti nella Roma, è sbagliato. È fuorviante. È riduttivo. Perché da «Mali Princ» qual è, da Piccolo Principe che ha fatto innamorare Bosnia e Roma, in estate si è attaccato al telefono come un vero direttore sportivo. E ha piazzato un colpo d’oro, preciso come i suoi calci di punizione. è a Roma perché c’è . Basterebbe questo. E se serve altro, ecco il campo. Ecco il più completo e continuo da quando è a Roma. Ecco l’altro , quello che il pallone se lo va a prendere, non aspetta che siano altri a portarglielo. La pensata di non è stata malvagia: la regia a , poi le probabilità che il film venga fuori bene sono elevate.

QUANTE SOLUZIONI E così è nata un’altra Roma. In principio era , regia che pensa a coprire le spalle altrui, prima diga di una linea difensiva troppo spesso in aperta difficoltà. Ma poi difensore lo è diventato davvero, in un reparto che ha via via perso pezzi. E allora ecco , gli occhi di in campo, l’esperienza al servizio dei compagni, le linee di passaggio in verità molto più sporcate quando il pallone ce l’hanno gli altri, che immaginate quando il pallone è sui piedi del maliano. Più distruzione che costruzione: un cameraman, più che un regista. In mezzo pure l’esperimento , naufragato in una notte sola, quella della disfatta in Bielorussia. A Palermo s’è invece affidato mani e piedi, testa e cuore, alle linee immaginarie di . Ai suoi tocchi, ai suoi inserimenti — vedi il gol dopo neppure due minuti —, alle sue istruzioni per l’uso: come uscire da una crisi.

CONFERMA IN VISTA È andata bene. Ma mica è finita. Perché vuole continuare su questa falsa riga, almeno finché non riavrà (out per un altro mese) o la possibilità di rispostare in mediana. È stato chiaro a Palermo. «Finché non riavrò una delle due soluzioni, andremo avanti così». Perché è vero che con in regia perdi qualcosa in fase offensiva, ma acquisti un’infinità di soluzioni in impostazione. Una su tutte, la qualità con cui esce la palla, le geometrie con cui la Roma avvia la manovra, un «giropalla» più fluido. Rispetto a e il bosniaco ha un piede più delicato, un cervello (calcistico) più fino e movenze da regista vero. Del resto, in quel ruolo aveva già giocato, sia in nazionale sia a volte in Francia. A , probabilmente, sono tornate in mente proprio quelle partite lì, affidandosi a lui a cominciare dal secondo tempo di Borisov. Con due moduli di riferimento, il e il 4-4-2. Niente più , perché Mire, anche da regista, ha comunque la tendenza ad andare ed allora serve comunque qualcuno che gli copra le spalle. Da domenica, però, è certa una cosa, i suoi mille modi di poter stare in campo.