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La penna degli Altri 26/10/2015 12:34

I gol di Salah e Gervinho stregano la Fiorentina, la Roma vola al comando

Dzeko Florenzi Digne applausi settore ospiti fine partita Fiorentina-Roma 25.10.15

LA REPUBBLICA (B. FERRARA) - viene fischiato, ma non marcato. E quel gol dell’egiziano “traditore” dopo sei minuti spiega tutto il resto. Cioè una Roma improvvisamente saggia, corta, chiusa e un bel po’ catenacciara, una squadra maturata che dopo settecento giorni torna in testa alla classifica per potersi godere il paesaggio e la soddisfazione per aver cancellato, sorpassando la capolista, la sua fama di squadra con l’attacco letale e la difesa burrosa. Una pessima fama, per un gruppo che vorrebbe restare in testa fino alla fine. E se il gol di ha permesso ai giallorossi di fare muro e poi ripartire negli spazi, la lezione di e quel pareggio incredibile sul campo del Bayer Leverkusen si è trasformato in una lezione di gruppo, di quelle da conservare a futura memoria. Quando ha infamato platealmente un suo uomo, colpevole di aver restituito un pallone finito in fallo laterale, si è capito quanto quel finale senza testa abbia ferito l’uomo panchina e motivato la squadra. Il fatto che nel finale i rischi non siano comunque mancati spiegano che forse un ripassino a quella partita di è sempre bene farlo perché non si sa mai. Anche perché la stasera si è tuffata nella realtà, ma provare ci ha provato.

Anche se i fatti dicono che la squadra di Sousa ha perso tre partite in una settimana, ha subito sei gol e mollato il primato. Due distrazioni sono bastate per dare i tre punti alla Roma, ma anche qualche erroraccio davanti a ha pesato parecchio. Perché poi al ’44 del secondo tempo si era fatto buttare fuori per un doppio giallo: un fallo, più frase e gesto poco piacevole per Orsato. In ogni caso è stato un pallone strappato da a Gonzalo Rodriguez ad aprire il duetto tra e che ha permesso all’Egiziano di trovare la rete del vantaggio con un sinistro sul palo lungo. Tutto questo mentre tutto il Franchi gli faceva rimbombare i fischi nel cervello. Ma niente, ha colpito con una freddezza che racconta molto. Evitare la festa per il gol può bastare, per lui. E qui inizia la partita che non ti aspetti: il catenaccio della Roma davanti a una che fatica a conquistare spazi. Sousa non ha sulla sinistra Alonso (infortunato), al suo posto sceglie un attaccante: Bernardeschi.

Kalinic è un lottatore dotato di piedi dorati. Al ’15 il suo controllo è da paura ma il suo pallonetto finisce alto. Il problema di Sousa è che l’unico libero è Roncaglia, difensore che si trova a fare il rifinitore, che è un po’ come se il chitarrista degli AC/DC si mettesse a suonare musica barocca. Poi arriva la seconda svista della difesa viola. Un lancio lungo di che lancia Gervinho verso la porta. Due a zero in poco più di mezz’ora. Un bel problema per la . Che non riesce a tirare un buco dove infilare il pallone. E non è che la ripresa offra un granchè. Almeno per un bel pezzo. Poi Bernardeschi viene servito con un colpo di classe da Pepito Rossi ma il biondo spara sul . Dieci minuti dopo Kalinic si trova in una situazione simile ma mira molto più in alto. E così la Roma si scopre solida. Beh, quasi. C’è Babacar per il 2-1. Ma, fortuna di , manca mezzo soffio al fischio finale. E al primato in classifica.

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