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La penna degli Altri 03/09/2015 14:55

«Tifo Juve, Roma di m...». Bufera su Esposito

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CORSERA - «Se ho mai cantato Roma merda allo stadio? Eh, come no...». E il coro, assessore, come fa? Così Stefano Esposito, piemontese di Moncalieri, juventino doc («un ultrà, ho fatto pure a botte in trasferta...»), alla Zanzara, scivola sulla buccia di banana calcistica: «E Roma m..., Roma, Roma m....», canticchia.
Non sapeva o non immaginava, che nella Capitale si può ridere e scherzare di tutto, ma fa più danni (politici) una battuta sul pallone che su tutto il resto. E che, magari, cantare «Roma m....» mentre si è «al servizio» dell’amministrazione di Roma non è il massimo.
Sui social, e sui siti, si scatena la bagarre. Il più duro è Gianluca Peciola, capogruppo di Sel, il partito in «appoggio esterno» alla maggioranza: «Esposito si deve dimettere». Mentre Luca Di Bartolomei, dirigente del Pd romano e figlio di «Ago», commenta: «Non cadiamo in provocazioni. Fossi un amministratore mi concentrerei sui problemi della à».
E l’assessore? Fa spallucce. Anzi. Su ingaggia un duello rusticano sia con Antonello Aurigemma (Fi), ex assessore ai Trasporti nella giunta Alemanno, sia con Francesco Storace, leader della Destra. Romanisti tutti e due, s’intende. Scrive Aurigemma: «
Ma oltre al sindaco SottoMarino Roma merita anche questo?». Ed Esposito: «Pensa ai guai che avete fatto in cinque anni». A quel punto «entra» Storace: «Antone’, nun te fa frega’ da sto imbroglione del nord». E l’assessore: «Imbroglioni sono i tuoi amici camerati».
Le frasi di Esposito, nei corridoi di Palazzo Senatorio, hanno creato più di qualche imbarazzo: «La verità è che a certe trasmissioni non bisognerebbe proprio andare...», commenta un membro di giunta. Da Palazzo Senatorio, fanno sapere: «Marino, dall’America, gli ha dato una tirata d’orecchie». Lui, Esposito, nega: «Il sindaco non l’ho sentito».
Esposito non ritratta. Anzi, tira dritto: «Scuse? E di cosa? Nessuno me le ha chieste e risponderei nello stesso modo...». Cioè? «Che non mi devo scusare di niente. Quella è una trasmissione goliardica, ho detto che non vado più allo stadio da trent’anni, l’ultima volta è stata all’Heysel (finale di Coppa dei Campioni -Liverpool, nel 1985, quando morirono 39 persone, ndr ), non ho altro da aggiungere. Se poi a Roma avete tempo da perdere con queste cose io no. Anzi, ne ho già perso abbastanza». Ma non è quantomeno inopportuno, per un assessore di Roma Capitale, cantare alla radio «Roma m...»? «Ce l’avevo con la squadra, mica con la à. Ma ho anche parlato bene di ...». Beh, allora... Ma anche sui trasporti Esposito è scivolato: «Il bus 64? Non lo conosco. Quanto taxi ci sono a Roma? Non lo so, ma troppo pochi». Fare un corso accelerato, no?

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