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La penna degli Altri 17/09/2015 14:55

Roma, difesa e Florenzi: Barça impantanato. E' un pareggio che vale

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LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Col cappello di Merlino in testa, Mago prende una postura alla Maradona (più che alla ), segna da 60 metri e la Roma ferma il e forse esorcizza per sempre il demone Robben.Completamente fuori da qualunque idea, schema o fantasia, per quanto perversa, Mago cerca la porta appena superata la linea di centrocampo, tutto spostato sulla destra, con potenza nei piedi e forza d’animo. Aveva visto Ter Stegen fuori dall’area e giustamente avrà pensato:“Stiamo perdendo, sai che ti dico, io ci provo, in fondo che cavolo ci rimetto?”. Ha calciato come meglio non si potrebbe. Il cuore dell’Olimpico s’è riempito di un’incredula, legittima felicità. Una rete che sembrava una “meta” e che ha già i suoi bei contorni leggendari. I social incorniciano in diretta l’evento calcolando anche la giusta distanza (55,5 metri). Il valore del pareggio giallorosso, al di là dei salutari effetti in classifica e sulla fiducia in se stessi, è facilmente misurabile con dati recenti: in 16 giorni la squadra di ha battuto la finalista di e pareggiato con i campioni in carica.

L’inquietudine del giallo e l’emergenza del rosso si sono fusi in una squadra chenon ha brillato nei singoli ma in compenso si è esaltata nell’insieme, dovendo cimentarsi con i più forti del mondo. Ha fatto ciò che aveva chiesto il suo allenatore, sacrificio, senso del gruppo e sensodella storia (di chi avevano di fronte). Con parte della assente perprotesta, la Roma scende in campo con un fluttuante 4-1-4-1 ( a puntellare la difesa). La natura del match è chiara. Il passeggia sino al limite dell’area e poi tenta caroselli ubriacanti. La Roma vive rubando palla, pragmatica. A sinistra è un po’ spaesato. In quel vuoto Rakitic si prende il tempo che gli occorre (l’essere umano più vicino a lui è un fotografo) e trova la testa di Suarez che sfugge furbo a :0-1 al 21’. Alla Roma non si capisce chi possa, tra i tanti affiliati alla società, arrivare con una derrata tecnico-alimentare-farmaceutica per i rifornimenti qualitativi, fisici e psicologici. Servirebbe una magia. Ma il mago c’è e si chiama (31’). Il ha la sua identità storica ma la espone pacatamente con un possesso palla bulgaro (73%), la Roma è invece animosa, non si preoccupa di seguire una strategia, va a schioppettate. Oltre le reti segnate, nessuna palla gol. Il si riattivanel secondo tempo conMessi e Suarez. prima è bravo su Leo, poi si prendeuna tacchettata sullamano da Suarez e deve uscire (4’). Verrebbe da chiedersi: e se anche il pari stesse bene a entrambe? Le accelerazioni del sono sporadiche (Neymar al 9’), è impreciso. LaRoma è raccolta enon trovamodo (o voglia) di ripartire, perché equivarrebbe a scoprirsi. Rafinha è da record: entra ed esce nel giro di un minuto, toccaunapalla e si famale per un fallo di . Comincia a manifestarsi la stanchezza,sotto formadi spettro paralizzante del bel gioco. Il contagio non esclude . Il prosegue nel suo divino trottare, apparentemente pago ma non del tutto sopito. Il movimento di Neymar al 32’ (devia ) e la traversa di al 33’, dopo il gol di , sono la cose più belle. Poi Iniesta vorrebbe entrare a casa di (35’) ma viene respinto sull’uscio. E ancora eManolas fermano l’ultima furia catalana nel recupero. Il Bayern non c’è più.

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