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La penna degli Altri 18/09/2015 14:45

La Lega si fa il suo canale e va all’assalto con Infront

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GASPORT (M. IARIA) - Cosa fa la Lega? Si mette a fare concorrenza alle pay tradizionali? La nuova tv della Serie A è stata battezzata ieri dai vertici di via Rosellini e l’impressione è che queste siano le prove generali per qualcosa di più grande: una Lega che, fiancheggiata dall’advisor Infront, si vesta davvero da imprenditore dei media e venda i propri contenuti, in primis le partite di campionato, direttamente ai clienti. Per ora l’esperimento si limita a tre partite a giornata, non quelle pregiate della prima serata ma le finestre del sabato alle 18, della domenica alle 12.30 e alle 15, trasmesse a pagamento solo attraverso Internet, Iptv (la tv su Internet) e telefonia mobile.

PACCHETTO - E Si tratta dei diritti che facevano parte del pacchetto E, rimasto invenduto dopo il bando. La Lega se li è ripresi e li ha in commercio autonomamente. Non sono esclusivi, quindi significa che la distribuzione è disponibile a tutti gli operatori interessati. Per ora l’unico accordo è con Tim che fino al 28 settembre include il canale nel servizio premium della app della Serie A: da ottobre le partite potranno essere acquistate singolarmente (2 euro, o 3,99 per il pacchetto della giornata) e nei prossimi mesi altre partnership verranno attivate.

INTERATTIVITA’ -  Il palinsesto della tv della Serie A non si limita agli incontri di campionato: ci saranno magazine, approfondimenti, nel weekend lo show con pre e post partita condotto da Laura Barriales. Il telecronista di punta sarà Pierluigi Pardo, «prestato» da Mediaset. La grande novità, che poi è la vera sfida di questa avventura editoriale, sta nel racconto integrato e interattivo delle partite: durante le dirette gli spettatori potranno consultare in second screen le statistiche ufficiali, chattare con gli amici e giocare con il fantasy game. «Entro fine anno vareremo il videogioco ufficiale del campionato, l’ultimo tassello che manca ai tanti progetti in campo», annuncia il d.g. della Lega Marco Brunelli. L’obiettivo è intercettare il pubblico giovanile, che fatica a restare incollato per un’ora e mezza a uno schermo per guardare una partita di calcio e ha bisogno di costanti stimoli. Ecco perché Marco Bogarelli, presidente di Infront Italy e produttore esecutivo del canale, parla di «prodotto diverso rispetto all’offerta tradizionale, con cui puntiamo a conquistare nuovi clienti per il calcio italiano».

MINIMO GARANTITO - La Lega ha affidato la gestione della tv proprio a Infront, che rafforza il suo predominio nei diritti media e marketing del pallone tricolore. Rischio zero per le società, ben contente di delegare anche questo business all’advisor della Serie A, a fronte di un minimo garantito di 4,8 milioni a stagione: è un pacchetto in cui, oltre al canale, rientra la distribuzione del videogame e la ricerca del main sponsor estero del campionato. Infront si aspetta ricavi per 6-7 milioni tra abbonamenti e pubblicità. La platea potenziale appare sterminata. Secondo le ultime ricerche, in Italia ci sono 15 milioni di famiglie interessate al calcio: 5 milioni sono abbonate alle pay tv (Sky e Mediaset Premium) per motivi calcistici. Restano 10 milioni di famiglie, di cui 4 milioni hanno acquistato un abbonamento e non l’hanno più rinnovato e 6 non ci hanno mai provato. L’obiettivo è intercettare una quota di questo pubblico “dormiente” cavalcando l’evoluzione costante del panorama dei media e delle tecnologie di distribuzione. Non è un caso se il partner principale è quella Telecom ora guidata dalla Vivendi di Bollorè che con 10 miliardi di liquidità punta a scardinare gli attuali equilibri del mercato, anche grazie alla sponda governativa sulla banda larga.

DIFESA GALLIANI - Di sicuro, con questa iniziativa la Lega spera di togliersi di dosso l’etichetta di “condominio litigioso” e di darsi una nuova dimensione. «Negli ultimi mesi abbiamo introdotto tante innovazioni, dalla goal-line technology alle regie indipendenti alla commercializzazione delle statistiche», ricorda il presidente Maurizio Beretta. E il vice Adriano Galliani rivendica: «Questa Lega è bistrattata ma fa tante cose. La tv della Serie A non ha eguali tra i cinque grandi Paesi europei. Siamo all’avanguardia».

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