La penna degli Altri 06/09/2015 16:24
Il nuovo Iturbe: meno pressione e tanto amore
GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Il mare azzurro di Capri per archiviare settimane che, difficilmente, Manuel Iturbe dimenticherà. A quest’ora doveva essere a Genova, magari a scegliere una casa a Nervi, perché a lui piace stare vicino alla spiaggia e sentire il rumore delle onde. Invece è in vacanza con la fidanzata e l’aereo per la Liguria, quando il biglietto era stato fatto e l’armadietto svuotato, non lo ha preso. È rimasto a Roma, zona Casal Palocco, villa grande e tanto spazio per tutti, dai genitori ai fratelli, passando per amici, fidanzata e cane: d’altronde Iturbe è così, dice chi lo conosce bene, generoso, a volte persino troppo. In campo questo non sempre è un bene, la troppa generosità gli fa perdere lucidità e nel suo secondo anno romano ne avrà bisogno.
LA SCELTA – Per tutta la stagione scorsa, quando le prestazioni non erano all’altezza, gli veniva ricordato il costo del cartellino, quest’anno invece gli verrà fatto notare come la Roma abbia scelto di cedere Ljajic (8 reti in campionato) e tenere lui, che si è fermato a 2. Da punto fermo della squadra, l’acquisto più costoso dell’era americana è diventato un calciatore che è rimasto per volontà più di Sabatini che di Garcia: scelta di cuore o di portafoglio? Ufficialmente nessuno lo dirà mai, ma in fondo a Iturbe questo interessa poco. Per lui conta la seconda possibilità che gli è stata data e lo spirito con cui si è allenato ed è entrato contro la Juventus, provocando l’espulsione di Evra, dimostra che è quello giusto.
CONCORRENZA – La concorrenza c’è, Iago Falque e Salah sono due mancini che Garcia adora, di Gervinho neanche a parlarne, Dzeko è un totem e Totti anche, ma lui ha dalla sua la gioventù (è il più giovane degli attaccanti, con 22 anni) e la tecnica, che non ha niente da invidiare a nessuno. Basterà a farlo tornare quel giocatore che, all’esordio in Champions un anno fa, prima di farsi male devastò la difesa del Cska? La personalità non gli manca, basti pensare che dall’inizio dello scorso campionato è l’attaccante che ha vinto più contrasti (24, almeno 15 in più di ogni altra punta) ed è secondo soltanto a Gervinho come numero di dribbling (78 contro 51). Questi numeri certificano come Iturbe non abbia paura di stare «dentro» la partita, non abbia paura di far sentire i tacchetti agli avversari e tentare giocate difficili, ma la concretezza che a Verona lo faceva essere imprescindibile è ancora lontana.
FIDUCIA E PALLE PERSE – Così come sembra essere lontana la fiducia in se stesso che per un giocatore con le sue caratteristiche è fondamentale (solo contro la Juve ha perso 5 palloni), ma la permanenza a Trigoria senza tutta la pressione passata potrebbe aiutarlo. Come l’affetto dei tifosi: perché se c’è un aspetto che, durante la trattativa col Genoa, ha veramente colpito Iturbe è stata la scelta della gente di schierarsi . I messaggi sui social e nelle radio, gli applausi allo stadio: migliaia di romanisti hanno deciso che valesse la pena aspettarlo ancora. A lui, adesso, il compito di ripagare tanto amore.