La penna degli Altri 12/08/2015 17:32

La Lazio dice di no a Sky e non «libera» il canale tematico

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CORSERA (A. ARZILLI) - No (anche) a Sky. Contrariamente a quanto fatto da e Roma, la Lazio ha risposto picche alla proposta dell’emittente satellitare di aprire a tutti i laziali il canale tematico biancoceleste. Due i motivi principali che hanno animato Sky nella formulazione di un nuovo accordo con gli advisor dei tre club che disputeranno la : il fatto di non trasmettere la competizione per i prossimi tre anni e, soprattutto, il numero di abbonati che, conti alla mano, rappresenta solo una minima parte delle tifoserie in questione. Così e Roma hanno rinunciato rispettivamente a 17mila e 16mila abbonati con la compensazione di poter irradiare il segnale all’intero mondo Sky per intercettare sempre più tifosi e sponsor. La Lazio, invece, ha deciso di conservare le sue circa 2,5mila sottoscrizioni, ignorando le potenzialità di una piattaforma spalancata sul mercato, quindi nuovi spettatori, nuovi laziali o nuovi partner commerciali.
Basterebbe il dato secco della scelta, poche migliaia o l’infinito, a descrivere la difficoltà della Lazio a gestire la sfera della comunicazione che in questo mese (tra i casi relativi ai possibili addii di Biglia e
, la fascia data e tolta a Candreva, la censura alla cinese sui social e l’esilio per i giornalisti autori di domande scomode) ha probabilmente toccato il punto più basso di sempre.
È questo uno dei fattori che mette le ganasce alla società, impedendo la crescita economica da proiettare in ambito tecnico. Con il risultato di una squadra senza il mercato da
invocato dai tifosi e di una società sempre più blindata proprio nell’era del «condividi».
I social, appunto. Secondo uno studio di FsOpenGate ogni amicizia su «vale» fino a 136 dollari. La Roma ha più di 5 milioni di amici mentre la Lazio meno di 600mila, il rapporto è cioè di quasi 10/1 (la forbice si riduce su
: 775mila i follower giallorossi, 255mila quelli biancocelesti): ma esiste la stessa proporzione nei tifosi in carne ed ossa? Certamente no. La differenza sta proprio nel saper comunicare.