La penna degli Altri 31/08/2015 14:08
"Il collettivo della vittoria"
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Si presenta davanti ai microfoni con il ghigno dei giorni migliori: «Prima della partita avrei firmato con il sangue per una vittoria con un solo gol in più. Cosa mi è piaciuto maggiormente? Il successo». È un attimo. Ascoltandosi mentre parla, è come se Garcia si rendesse conto che sta alimentando l’euforia di una piazza che non aspetta altro. E allora frena all’improvviso, tornando l’ermetico Rudi, ammirato in queste prime settimane: «Noi favoriti per lo scudetto? E’ solo la seconda giornata, ci sono ancora molte partite. Mi piace giocare queste gare e tra poco arriverà la Champions. Avrò bisogno di tutta la mia rosa perché non solo gli undici scesi in campo dall’inizio sono stati bravi ma anche i tre che sono subentrati. La voglia e lo spirito collettivo è stato importante». Si rende conto che non basta e allora alla prima occasione torna sul concetto: «Juventus in difficoltà? Rimane una squadra di alto livello ma mi concentrerò solo sui miei ragazzi e sul fatto di ribadire a loro che abbiamo vinto, e il modo che ci ha portato alla vittoria. Anche se, lo dico ora… Non dobbiamo pensare che le cose andranno così per tutta la stagione. Devo abbassare i toni perché siamo solo alla seconda giornata della stagione».
QUESTIONE DI SCELTE - E’ rimasto scottato lo scorso anno. In molti hanno dimenticato che la famosa dichiarazione - «Sono sicuro che vinceremo lo scudetto» (ottobre 2014) - arrivava dopo l’arbitraggio molto discusso di Torino che aveva gettato nello sconforto la squadra. Lui no. E così quando gli chiedono un flash-back su quella gara, è abile a sviare: «L’anno scorso è l’anno scorso. Quello che conta è questa stagione in cui vogliamo dare tutto in campo e giocare come abbiamo fatto contro la Juventus. Dipende da noi, io devo chiedere ai miei giocatori di stare sempre al 100%, così potremo vincere le partite». L’inizio lascia ben sperare: «Siamo felici – prosegue - La voglia collettiva, l'atteggiamento di ognuno in panchina, chi entra e chi ha iniziato è una forza in più. Sappiamo che abbiamo grandi giocatori, anche se in difesa ho dovuto fare delle scelte ma è andata bene, soprattutto con Digne che non volevo far giocare dall'inizio perché l'ultima partita l'aveva giocata a luglio. Ma lui conosce bene il mio gioco». Spiega poi la scelta di lasciare in panchina Castan: «Leo non è al 100%. Voglio sfruttare questi giorni della sosta per lavorare al meglio con i nuovi, anche se Gyomber non sarà con noi perché è stato convocato. Digne sembrava che stesse da noi da molto tempo anche se è arrivato da poco. Szczesny? Ha fatto una parata di troppo, in vantaggio ci siamo abbassati troppo. Keita? Sarà sicuramente deluso per l'errore sul gol subito». Capitolo Iturbe: «La rosa che ho, la voglio tenere sempre. Poi ci sono delle scelte da fare perché ci sono tanti parametri che entrano in gioco. Il mercato si conclude domani (oggi, ndc). Vedremo chi potrà o non potrà arrivare». Si lascia aperto uno spiraglio in entrata (Bruno Peres, Juan Jesus) anche se Sabatini nei corridoi dell’Olimpico continua a ripetere come un mantra che il mercato è chiuso. Aperto più che mai invece il campionato: «La strada intrapresa è quella che conta», sentenzia Rudi.