La penna degli Altri 30/08/2015 15:18
Garcia predica attacco e ritmo ma i suoi dubbi sono dedicati tutti a Totti
CORSERA (L. VALDISERRI) - Tanto, forse troppo per la seconda giornata. Roma-Juventus è il big match - seconda contro prima negli ultimi due campionati - che all’estero funziona benissimo ma in Italia rischia subito di trasformarsi in uno psicodramma. Riassumiamo: Roma un punto e Juve zero; Garcia nel mirino dei critici e Allegri che ha già qualcosa da dimostrare; sciopero annunciato della curva Sud contro la decisione del prefetto Gabrielli di dividere in due il settore (con il beneplacito di Pallotta, almeno secondo gli ultrà); allarme rosso e controlli intensificati intorno all’Olimpico, tanto che i cancelli saranno aperti alle 15.30 per evitare ai tartassati tifosi file chilometriche; troppi giocatori della Roma - da Iturbe a Ljajic, da Ibarbo a Gervinho - che non sanno ancora se resteranno in giallorosso oppure no.
Rudi Garcia, dopo il 3-2 dell’anno scorso, deciso anche dall’arbitraggio di Rocchi, disse che la Roma che aveva visto allo Juventus Stadium avrebbe vinto lo scudetto. Così non è stato e la profezia gli è stata rinfacciata più dai romanisti che dagli juventini. Così, ieri, aiutato anche dall’arrivo del match con la gente ancora in vacanza, ha tenuto un basso profilo: «Voglio vedere una Roma più veloce di quella che ha giocato a Verona. Dobbiamo attaccare subito, non dopo essere passati in svantaggio. La Juve ha perso giocatori importanti? Forse, ma ne ha anche comprati di nuovi e forti».
Le statistiche dicono due cose: 1) la Juve ha perso il 50% dei gol segnati contro la Roma nelle quattro partite dell’era Garcia (3 Tevez, uno Vidal); 2) Garcia ha battuto almeno una volta in campionato tutte le squadre italiane tranne due: Palermo (un pari e una sconfitta nell’ultima gara, inutilissima, del torneo scorso) e appunto Juventus (tre k.o., un pareggio, una vittoria ma in Coppa Italia con gol di Gervinho).
Il grande dubbio giallorosso - ma rischia di esserlo per tutta la stagione - è la presenza o meno in campo di Francesco Totti. Contro il Verona ha passato 90’ in panchina e se non dovesse partire tra i titolari anche oggi sarebbe un «record al contrario». Tra pochi giorni gli anni saranno 39, ma la velocità nel calcio non è solo quella delle gambe. Vale altrettanto, forse di più, quella delle idee per far correre il pallone. Dzeko-Salah di punta e Totti trequartista sarebbe una soluzione gradita a tanti allenatori, ma Garcia è pronto a rinunciare a Gervinho? Possibile il debutto del nuovo acquisto Digne, perché Torosidis non è al cento per cento e perché con Dzeko servono cross e palloni in area di rigore. Più facile vedere Florenzi che Maicon (in recupero) come terzino destro.
Garcia dovrà gestire anche i tanti «incerti». Iturbe sembrava del Genoa, ma poi la trattativa si è bloccata. Sentimentalismo di Sabatini o problema di un ingaggio da 2 milioni con il Genoa che ha il tetto fissato a uno? Se ne riparlerà oggi, come di Ibarbo alla Sampdoria. Ljajic (8 gol l’anno scorso, capocannoniere insieme a Totti) è sempre stato tenuto fuori dalle rotazioni di Garcia. Come dice Velasco: chi vince esulta e chi perde spiega. La Roma, più che mai, deve vincere.