La penna degli Altri 30/07/2015 13:46
Le Roi Platini: "Cambio la Fifa"
IL TEMPO (D. PALIZZOTTO) - La fantasia al potere. Dopo Arthur Antunes Coimbra, meglio noto come Zico, aspettando un Diego Armando Maradona ancora indeciso, la malandata Fifa ha un altro pretendente dai piedi nobili: Michel Platini. Una notizia da tempo nell'aria e ora diventata ufficiale: Le Roi, attuale presidente Uefa, correrà da favorito il prossimo 26 febbraio quando il mondo del calcio sceglierà il nono presidente della Fifa, successore del discusso Joseph Blatter costretto alle dimissioni dallo scandalo sulle tangenti per l'assegnazione dei Mondiali 2018 e 2022 a Russia e Qatar. Il calcio ai calciatori, dunque. Per la prima volta dopo 111 anni e otto presidenti dalle esperienze differenti, dal giornalista Robert Guérin al giurista Daniel Burley Woolfall, dall'ex arbitro Stanley Rous al nuotatore Joao Havelange, la Fifa sarà guidata da un ex giocatore, a meno di un'improbabile affermazione dell'attuale numero uno della Federcalcio liberiana Musa Bility. La verità, però, è una sola: battere Platini - che può contare al momento su oltre 140 voti dei 209 complessivi grazie al sostegno di Uefa (tra cui l’Italia del già schierato Tavecchio), Conmenbol (Sudamerica), Concacaf (Nord, Centro America e Caraibi) e Afc (Asia) - sembra davvero difficile, forse impossibile.
«Nella vita ci sono momenti in cui bisogna prendere il destino nelle proprie mani - ha spiegato Le Roi Michel nella lettera inviata alle federazioni per ufficializzare la propria candidatura - e io mi trovo in uno di questi momenti». L'ha già fatto, «il piccolo Platini», quando a 17 anni scelse il Nancy, «la squadra della mia città e la migliore della Lorena»; e poi quando nel 1979 firmò per il Saint-Etienne, «la più forte formazione francese» con cui vinse per la prima volta il campionato transalpino, e tre anni dopo passò alla Juventus, «la migliore squadra al mondo». Testardo, Le Roi Platini, lo è sempre stato e lo ha ben dimostrato sul campo superando alla grande l’ostacolo fisico rappresentato dai 177 centimetri che gli valsero sin da giovane il soprannome «rasoterra»: due scudetti in Italia, un campionato francese, una Coppa Italia e una francese, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, una Coppa intercontinentale e la tragica Coppa dei Campioni dell'Heysel, oltre a tre Palloni d'oro consecutivi. Ma Platini è soprattutto un uomo ambizioso e, una volta appesi gli scarpini al chiodo, ha spostato la sua «elettricità» dal campo alla scrivania: prima il Nancy e la nazionale francese, poi il comitato promotore per i Mondiali 1998 fino alla Uefa, che guida dal 2007. Senza dimenticare le proprie origini - un piccolo paese in provincia di Novara (Agrate Conturbia) da dove partì il nonno insieme ai quattro fratelli alla vigilia della Prima Guerra Mondiale per scavalcare le Alpi - né l'amore viscerale per la sua Francia alla quale mai ha rinunciato da giocatore trascinandola sul trono continentale nel 1984, Le Roi Michel ha scalato il mondo del calcio e ora vuole fare l’ultimo passo e prendersi la Fifa. Perché «nell'ultimo mezzo secolo o quasi - ha osservato nella sua lettera - la federazione internazionale ha avuto solo due presidenti (Havelange dal 1975 al 1998 e poi Blatter, ndr), una stabilità estrema e quasi paradossale. E gli ultimi fatti costringono a voltare pagina».
Per il principe giordano Ali bin al-Hussein, ex sfidante di Blatter, «Platini non va bene, gli appassionati di calcio meritano qualcosa di meglio, una leadership indipendente e che non sia macchiata dalle pratiche del passato». Del resto Le Roi, almeno a parole, la pensa ugualmente e già assicura di voler «ascoltare tutti e rispettare la diversità del calcio di tutto il mondo per dare agli appassionati una Fifa esemplare, unita, solidale, rispettata e apprezzata dalla gente». Per riuscirci dovrà battere ancora una volta Zico, come faceva sul campo a metà anni Ottanta quando il brasiliano giocava nell’Udinese. Due fantasisti a confronto, due vecchi numeri dieci, o «nove e mezzo» come avrebbe detto lo stesso Platini. E chissà che nella corsa alla Fifa non possa davvero entrare anche Maradona, il numero dieci per eccellenza. Una cosa è certa: che sia Zico, Maradona o più probabilmente Le Roi Platini, stavolta, per la prima volta, la Fifa dovrebbe davvero finire nelle mani di un ex calciatore.