La penna degli Altri 26/06/2015 14:13
Catania, così Pulvirenti scarica il «pipistrello»
IL TEMPO (A. OSSINO) - Delli Carri avrebbe dovuto lasciare il Catania. Lo si legge nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare: Antonino Pulvirenti avrebbe voluto cacciare “il pipistrello”, così gli indagati chiamavano il diesse del Catania. «Pulvirenti e Cosentino – si legge negli atti - si proclamavano d’accordo nel volersi sbarazzare nella prossima stagione di Delli Carri, criticato per la sua incapacità professionale».
Tuttavia i due «riconoscevano il contributo determinante nell’alterare gli incontri di calcio». La sera del 9 maggio scorso il Presidente chiama il suo braccio destro Pablo Cosentino: «Io sono inc..to anche con il pipi ah! - dice Pulvirenti - io non lo voglio piu` l'anno prossimo al pipi te lo dico prima(…) questi min..ia di mare io non li voglio a mezzo i piedi(…)Ma che significa tu devi seguire la squadra tutta la settimana non ti accorgi che i ragazzi non…cioe` che c..zo fai messo la` che min...ia fai che cosa fai messo la` l'allenatore? non mi ascolta...e allora». Il presidente motiva la sua decisione: «Arrivare sempre dopo negli esposti... sempre dopo nelle dec... sempre un altro così senza senso senza motivo senza niente.. non lo voglio Pablo se ne deve andare fuori dai cog..oni». Ma i due interlocutori sanno che Delli Carri ha un ruolo importante nel presunto sistema di combine ipotizzato dai pm: «Ci poteva dare una mano solo per una cosa no?” chiede il Presidente. Cosentino risponde: «E va bene allora è escluso...il discorso è solo per quello».
Pulvirenti non le manda a dire ed è sempre pronto ad attivarsi. Come quando «si era persino impegnato in prima persona – scrivono i pm - prelevando la somma, la sera del 30 aprile, da Impellizzeri ad Acireale e consegnandola subito dopo a Delli Carri ad Aci Castello». O quando, in occasione della partita con la Ternana, «Delli Carri comunicava a Di Luzio di essersi trovato in grande difficoltàin quanto Cosentino e Pulvirenti lo avevano accusato del fatto che i due giocatori indicati da Arbotti, secondo loro, non avevano dato sufficienti conferme».
Nell'ordinanza si legge: «Prima dell’inizio della partita, Pulvirenti, sospettoso, fuori dagli spogliatoi, aveva avvicinato uno dei due calciatori e, richiestagli la conferma della combine, ne aveva ricevuto un rifiuto». Il sistema ipotizzato dai magistrati avrebbe coinvolto anche la partita Messina-Ischia. Chi si occupa di scommesse, Impellizzeri in testa, aveva già previsto il risultato sia del primo tempo che del secondo, vincendo 70mila euro. L'uomo, insieme alla dirigenza del Messina, avrebbe «offerto o promesso denaro o altra utilità o vantaggio ad alcuni calciatori del Messina e dell’Ischia, allo stato non identificati, al fine di raggiungere il risultato prestabilito di 1- 1».