La penna degli Altri 01/05/2015 15:47
Siamo entrati nello «stadio» della Roma
IL TEMPO (F. MAGLIARO) - «A metà 2018 prevediamo la conclusione dei lavori, dopo un semestre di collaudi, dello stadio, della nuova Trigoria, dell’area commerciale e della prima parte del business park». Questa è la dead line che la Roma prevede per la costruzione del nuovo stadio. In sostanza, pronto per la stagione 2018/2019, quando Francesco Totti avrà ormai compiuto 42 anni.
Ieri Mark Pannes e Mauro Baldissoni hanno accompagnato un ristretto numero di giornalisti sul sito di Tor di Valle per un «media briefing», come è stato americanizzato. Partenza alle 11.28 per un’ora abbondante di tour. «Qui ci saranno i parcheggi, lì verrà lo stadio vero e proprio. In quest’area sorgerà la nuova Trigoria, dillà il “convivium”, cioè l’area commerciale, lì in fondo il business park con le sue tre torri da 200 metri». Un paio di fermate per fare qualche foto e girare un po’ di video.
A vederlo così, l’ippodromo, fa un po’ di tristezza: sembra ancora di vedere Mandrake, Er Pomata, Felice e l’avvocato De Marchis, la pelliccia di Proietti, e la mitica tris Soldatino, King e D’Artagnan. Ora è una desolazione di abbandono e di erbacce alte come pali della luce e punteggiate da cumuli di rifiuti come in una discarica. In mezzo, le due trivelle all’opera, la seconda delle quali è giunta sul terreno il 20 aprile scorso, ognuna con i propri addetti.
A seguire, insieme anche a Italo Zanzi e Dan Meis, Pannes ha tenuto una lunga spiegazione tecnica corredata da slide. E qualche cosa di nuovo è emerso. Intanto, l’area di Tor di Valle, selezionata dopo un lungo processo di scrematura iniziato già con la Giunta Alemanno e proseguito con Marino, non era la prima per punteggio ottenuto. La società che la Roma aveva incaricato di preselezionare le varie aree proposte da privati, la Cushman & Wakefield, aveva valutato migliori un lotto di 13 ettari sulla Palmiro Togliatti di Fabrizio Gianni con 87,8 punti su 100, e seconda un’area di 67 ettari a Torre Spaccata, della Quadrante SpA, con 87,2 punti su 100. Terza, Tor di Valle di Parnasi con 76,1 punti su 100, prescelta poi perché era quella che «assicurava il miglior rendimento anche per il privato», spiegano dalla Roma.
Tradotto, significa che rendeva di più in termini di cubatura edilizia. La seconda novità è il costo di tutte le varie lavorazioni preliminari lievitato dai 40-50 iniziali a 55 milioni di euro, spesi per fare la ricerca delle aree, i progetti preliminari, i sondaggi geologici e le varie relazioni e disegnare i progetti definitivi. Previsione di nuovi posti di lavoro per 4.800 persone, mentre fra torri, negozi e uffici, la Roma prevede un bacino di utenza dell’area di 20mila persone al giorno. Alle tre torri da 200 metri, si affiancherà un «quartiere» di uffici fatto da palazzi di 7-9 piani, ciascuno dei quali sarà progettato da studi di architettura italiani.
Altra novità indiretta è su Trigoria: la prima squadra si allenerà a Tor di Valle, mentre l’attuale Trigoria diventerà un polo destinato allo sviluppo di un «super centro del settore giovanile», sulla falsariga de «La Masia» del Barcellona. Qualche cambiamento (ancora provvisorio) anche per la futura Curva Sud che sarà su due livelli e separata dal resto degli spalti anche per rispettare le norme di sicurezza italiane.
In tutto ciò, si continua a lavorare sottotraccia per reperire nuovi finanziatori: secondo alcune voci di corridoio, il Gruppo Parnasi – partner della Roma nella costruzione dello stadio – avrebbe proceduto a una prima ristrutturazione societaria infilando in una «bad company» alcune iniziative imprenditoriali che non hanno prodotto i guadagni sperati mentre sarebbe in corso una trattativa fra Luca Parnasi (con gli asset produttivi rimasti) e la Starwood Capital Group (e ci sarebbe la mediazione di Pallotta e la benedizione di Unicredit) per l’acquisizione della torre di Eurosky e l’apertura di una linea di credito per circa 250milioni di euro.