La penna degli Altri 25/05/2015 13:45

Lazio e Roma, fuori i secondi

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IL MESSAGGERO (U. TRANI) - A sentirli, tutt’e due abbastanza spavaldi a parole, Pioli e tranquillizzano i maligni: nessuno vuole il pari, come accadde il 15 maggio 2005, con lo 0 a 0 della vergogna capitale. Lì, per la paura della retrocessione, la Lazio e la Roma toccarono il fondo, pasteggiando in campo con il biscotto che fu indigesto per le tifoserie e umiliante per il prestigio dei club. Oggi pomeriggio sarà diverso: in palio c’è il secondo posto, cioè il miglior piazzamento possibile nell’altro campionato, quello delle pretendenti al titolo, vinto per il 4° anno di fila e ancora senza storia, dalla . Arrivare dietro ai campioni d’Italia, pur se con distacco notevole e significativo, è l’obiettivo minimo della stagione per i giallorossi, massimo per i biancocelesti. E il derby dei derby, per la prima volta piazzato alla penultima curva del traguardo, diventa in questo senso ancora più ingombrante. Il risultato (qualsiasi) cambierà (per forza) la classifica e la stagione. Di entrambe.

OLTRE LA CLASSIFICA - Solo 1 punto separa la Roma, già sicura dei preliminari , dalla Lazio, a 1 punto dalla meta, cioè dal ritorno nella competizione europea più prestigiosa. La sconfitta del , sabato sera allo Stadium, dovrebbe rendere ancora più spettacolare la sfida dell’Olimpico. Perché nè Pioli nè sono più chiamati in teoria a fare calcoli. E’ vero che il pari andrebbe bene a entrambi: al francese per poi prendersi il secondo posto nella partita di domenica contro il Palermo all’Olimpico e all’emiliano per assicurarsi i il terzo posto e giocarsi tutto al San Paolo il 31 maggio. Ma mai come stavolta i due tecnici farebbero bene a pensare solo al successo. Possono permetterselo, perché non rischiano niente. Sono lassù. Insieme sulla giostra. Anche i biancocelesti vedono vicinissima la . Il derby dei derby è da giocare e basta. Senza timore. Senza essere condizionati dalla eventuale figuraccia o semplicemente dalla sconfitta. A viso aperto, dunque. Per la gente. E per dimostrare chi è più forte. Evitando, però, di esagerare con la presunzione. Che è nel dna di entrambi.

MUOVE CHI INSEGUE - Chissà se vedremo davvero i due allenatori davanti alla scacchiera con l’intenzione di mettere in crisi il rivale. Di sicuro la prima mossa spetterà a Pioli che, pure se non dovesse recuperare Biglia, sembra in ogni caso pronto a tornare al che sorprese i giallorossi all’andata. Nella formazione di partenza, rispetto alla sfida dell’11 gennaio, mancheranno, però, Cana, Radu e a quanto pare Djordjevic. Biglia vuole esserci: resterebbe fuori Cataldi. Con Lulic terzino e Mauri trequartista, l’assetto sarebbe sempre spregiudicato. Per il sorpasso. Anche se è l’equilibrio a volte a fare la differenza, a prescindere dagli interpreti scelti. Pioli, se deciderà di rischiare, vuol dire che si fida della Lazio. Che già ha raccolto tanto. Più del previsto. E non è ancora sazia. Così si spiega il rombo offensivo con Mauri dietro a Klose, più Felipe Anderson e Candreva sui lati. Sulle corsie si decide il match. Lo sanno a Formello e anche a Trigoria.

OFFESO ALLA META - Il fiato sul collo, a quanto pare, infastidisce . Mai, da quando è a Trigoria, ha avuto la Lazio così vicina prima di affrontarla: nel campionato scorso alla 4a giornata aveva 3 punti di vantaggio e alla 23a addirittura 22 (e 20 gol in più: 49 a 29); in questo torneo, alla 18a, 9 punti. Oggi, però, ha 2 risultati su 3, da sfruttare anche tatticamente. Non per difendersi, ma per ritrovare la compattezza tra i reparti che spesso, nella stagione, è venuta meno al primo imprevisto. , e lo possono aiutare, offrendo la corsa per l’ultimo sprint. Altri porteranno in campo la rabbia di chi vuole riscattare l’annata deludente: più di Doumbia e dello stesso che sogna il primo gol. , pronto a passare in corsa dal al 4-1-4-1 o al , ha voluto indicare come favorita la Lazio. Psicologo più che tecnico: per scuotere e gli altri. Gli investimenti sul mercato, pure quello sbagliato in inverno, e gli ingaggi dei calciatori, certificano però l’esatto contrario. Come la classifica. I biancocelesti sono dietro, ritrovarseli davanti per lui sarebbe insopportabile. Soprattutto perché a ottobre era sicuro di vincere lo scudetto.