La penna degli Altri 05/05/2015 13:39
La Roma è guarita. Ma Pioli ci crede
IL TEMPO (A. AUSTINI/D. PALIZZOTTO) - Era dal 2001, l’anno in cui l’ultimo trionfo giallorosso poteva trasformarsi fino all’ultima giornata nel bis biancoceleste, che la Capitale non viveva una chiusura di campionato con i destini dei due club incrociati. Allora c’era in ballo uno scudetto, adesso l’onore, i milioni dell’Europa dorata e i programmi futuri. Con le dovute differenze, perché il secondo posto per i giallorossi sarebbe vissuto come un enorme sollievo e niente più, mentre a Formello sarebbe giustamente accolto come una grande impresa e un altro sgarbo niente male ai rivali dopo la Coppa Italia vinta nel 2013. Il terzo posto significa invece playoff di Champions a fine agosto e, visto il ranking Uefa, il concreto rischio di pescare corazzate come Manchester United e Valencia, tanto per fare due ipotesi. E ad oggi entrambe le romane non possono sentirsi a riparo da un sorpasso del Napoli che le spedirebbe nella «povera» Europa League. La Roma riparte un punto avanti grazie ai risultati di domenica, ma essendoci di mezzo ancora lo scontro diretto (il 24 maggio alle 15, sugli spalti vorrebbe esserci anche Pallotta) tutto può succedere e sulle due sponde del Tevere non mancano i motivi per crederci.
PERCHÉ LA ROMA Oltre al prezioso punto di vantaggio riconquistato, Garcia punta sul valore della rosa e sul ritrovato equilibrio in campo. Col Genoa si è visto meno possesso palla e un gioco più «verticale». La porta è rimasta inviolata per la 17ª partita su 34, Manolas e Astori stanno trovando un buon affiatamento, Florenzi e Torosidis hanno coperto bene i buchi sulle fasce. A centrocampo De Rossi, Nainggolan e Pjanic stanno tornando ai rispettivi livelli mentre davanti, aspettando che si sblocchino gli altri attaccanti (Gervinho e Iturbe su tutti), le reti di Doumbia hanno portato punti e fiducia, e il sacrificio di Ibarbo ha contribuito a ripristinare le distanze giuste tra reparti. Il calendario, poi, fa sperare la Roma. Quella di sabato a San Siro sarà l’ultima trasferta, poi si gioca sempre all’Olimpico. Derby a parte, nessuna delle altre avversarie ha obiettivi da raggiungere: il Milan di Inzaghi è al capolinea, Palermo e Udinese sono salve da un pezzo. E le motivazioni, spesso, fanno la differenza.
PERCHÉ LA LAZIO La settimana sulla carta favorevole per la squadra di Pioli si è chiusa con un deludente pareggio sul campo dell’Atalanta. Cinque punti in tre partite abbordabili (Chievo, Parma e appunto i nerazzurri di Reja) sono un bottino misero, ma la Lazio ha qualche buon motivo per sperare in un finale di stagione da protagonista. Innanzitutto il recupero degli infortunati. Biglia e De Vrij sembrano finalmente vicini al rientro, dovrebbero essere già pronti per la sfida di domenica contro l’Inter. Per Pioli sarebbe una fantastica notizia, perché senza il centrale olandese la difesa perde ogni certezza. E senza l’argentino la squadra non gira allo stesso modo. Il calendario ora è complicato - dopo l’Inter c’è la trasferta contro la Samp, poi derby e Napoli al San Paolo - ma nel girone d’andata furono proprio queste gare a lanciare la Lazio nelle zone alte della classifica. E poi, in fondo, la squadra di Pioli ha un altro vantaggio: nessuno, a settembre, poteva immaginarla in lotta per la Champions. La Lazio ha già vinto il proprio campionato, il derby e la possibile rimonta del Napoli fanno paura fino a un certo punto, perché tutto ciò che viene ora, per Mauri e compagni, è solo guadagnato.