La penna degli Altri 22/05/2015 14:36
Dilettanti: Belloli sfiduciato scappa da un’uscita laterale. Ora si cerca un presidente
CORSERA (A. Arzilli) - Silurato. Le frasi sessiste sulle calciatrici («Basta soldi a queste quattro lesbiche») hanno portato a Felice Belloli la sfiducia unanime del Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti, ieri riunita in consiglio all’Hilton di Fiumicino. A questo punto, l’ormai ex presidente dei Dilettanti, che ha sempre negato di aver pronunciato quelle parole (lo ha detto anche ieri davanti al Consiglio), nonostante cinque testimoni e un verbale del Dipartimento calcio femminile dicano il contrario, ha quattro giorni per presentare quelle dimissioni che ha pensato di congelare, rimettendo il proprio mandato nelle mani del Direttivo prima di sgattaiolare da un’uscita laterale dell’albergo. È un atto formale che, però, non cambia la realtà dei fatti: per la Figc, dopo sei mesi di presidenza, Belloli è andato, la remissione del mandato e la sfiducia del Consiglio costituiscono un mix che equivale già alle dimissioni; e pure per la Lega, sul piano politico Belloli è stato di fatto detronizzato anche se nei verbali resiste una postilla che vincola la sua poltrona all’esito dell’indagine del procuratore federale Palazzi, il quale lunedì prossimo ascolterà i testimoni diretti per procedere, in tempi brevi, ad un chiarimento.
Martedì la questione verrà affrontata in Consiglio federale e sul tavolo ci sarà il verbale redatto ieri durante il Direttivo Lnd. L’unica (tenue) possibilità che ha Belloli di restare in sella alla sua ex Lega è condensata in un documento scritto male o comunque da invalidare. Altrimenti si procederà secondo quanto stabilisce lo statuto: 1) la Lega viene consegnata al vice di Belloli, Antonio Cosentino, che entro 90 giorni dovrà indire nuove elezioni (già circolano due nomi per le candidature: Vito Tisci, n.1 del Comitato Puglia della Lnd e presidente del Settore giovanile e scolastico in Figc, e Fabio Bresci, presidente del Comitato Toscana); 2) in caso di conflitti politici interni che nemmeno la nomina a reggente di Cosentino riesce a risolvere, si andrà verso il commissariamento, probabilmente con lo stesso Tavecchio a prendere le redini della sua vecchia Lega