La penna degli Altri 28/05/2015 14:44
Di Martino non fa sconti: «Conte sarà trattato come tutti gli indagati»
GASPORT (F. CENITI) - Dimissioni sì, dimissioni no: il tormentone della (quasi) estate è già partito. Mentre a Catanzaro proseguono le indagini sulla nuova inchiesta legata al calcioscommesse (50 i fermi emessi la scorsa settimana dalla Dda), nel frattempo tiene banco di nuovo Cremona: fari puntati sulla possibile richiesta di rinvio a giudizio di Antonio Conte e le successive valutazioni del c.t. italiano: le dimissioni sono uno scenario quasi certo se il tecnico da indagato diventasse imputato di un normale processo lungo, senza la via d’uscita del rito immediato con una sentenza da avere prima dell’Europeo (al massimo a gennaio 2016).
«CONTE DA ARCHIVIARE» Dalla Procura di Cremona non ci sono risposte ufficiali agli avvocati di Conte (Francesco Arata e Leonardo Cammarata) dopo la richiesta indiretta al pm Roberto di Martino di fare una «valutazione» preliminare sulla sostenibilità delle accuse di frode sportiva (per Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena) contestate al loro assistito. In altre parole, chiedersi se l’eventuale dibattimento al c.t. si sarebbe concluso con una assoluzione. Questo perché, secondo i legali, il semplice rinvio a giudizio nel caso di Conte sarebbe equivalso a una «ingiusta condanna», visto il ruolo ricoperto e la pressione mediatica conseguente a un processo ancora aperto durante l’Europeo in Francia del 2016. E il successivo proscioglimento servirebbe a poco da questo punto di vista, anzi sarebbe quasi una beffa.
«NO COMMENT» Ma come scritto, nonostante il clamore suscitato dalla ipotesi dimissioni, la Procura sceglie un profilo basso. Raggiunto telefonicamente, Di Martino ha risposto così: «Non commento le notizie lette sulla Gazzetta riguardo Conte. Posso solo dire una cosa: valuterò con lo stesso scrupolo e la massima trasparenza la posizione di tutti gli indagati prima di formulare le mie richieste di rinvio a giudizio. I tempi? Entro giugno». Insomma, tra le righe si può notare il muro alzato per evitare sospetti di interferenza o, peggio, trattamenti di favore. Insomma, se Conte uscirà dall’inchiesta accadrà perché gli atti spingono in quella direzione. La «partita» resta aperta: ci sono spiragli perché Di Martino non chieda il rinvio a giudizio del c.t., ma è altrettanto possibile il contrario. Anzi, la sensazione è che le ventilate dimissioni prospettate da Conte abbiano avuto un effetto boomerang: tra le valutazioni della Procura ora c’è pure quella di una archiviazione che potrebbe essere letta dall’opinione pubblica come una gentile concessione fatta alla Nazionale per non privarlo del condottiero. E ovviamente un Procuratore capo della Repubblica non può permettersi una cosa simile. Ecco perché la soluzione più probabile resta il rito immediato da svolgersi dopo l’udienza preliminare. Sarebbe una corsa contro il tempo, ma non è utopistico pensare di arrivare a sentenza entro dicembre-gennaio 2016. E in quel caso Conte potrebbe (se assolto) restare in sella alla Nazionale, cercando l’impresa a Euro 2016. Al momento, però, l’orizzonte più vicino resta giugno: entro il prossimo mese di Martino ufficializzerà i suoi «convocati» all’udienza preliminare (in autunno). Conte nell’attesa sfiderà la Croazia cercando di avvicinare gli azzurri alla qualificazione in Francia. Poi, se non arriverà l’archiviazione sperata dal tecnico, sarà di nuovo tempo del tormentone: dimissioni sì, dimissioni no.