La penna degli Altri 21/05/2015 14:02
Anche il procuratore Fifa combinava le partite
IL TEMPO - La «combine» L’Aquila-Tuttocuoio del 25 marzo 2015 doveva essere «certa»: almeno tre gol di scarto in favore degli abruzzesi. Ma qualcosa non va per il verso giusto. I due principali artefici di questo tentativo di manipolare la partita di Lega pro non raggiungono il loro scopo: gli agenti Fifa e procuratori Eugenio Ascari e Andrea Bagnoli.
L’indagine sul calcioscommesse della Procura della Repubblica di Catanzaro apre nuovi scenari di sospetta corruzione sportiva nelle leghe minori. Perché dopo il coinvolgimento di presidenti e direttori sportivi di club, calciatori e faccendieri che gravitano attorno al mondo del calcio, compaiono anche agenti della Federazione internazionale. Nomi di alto livello: Ascari e Bagnoli sono tra i più importanti tra gli agenti e procuratori nel panorama calcistico italiano. Il fuoriclasse brasiliano Éder Citadin Martins, naturalizzato italiano, fa parte della loro scuderia, assieme anche a Emerson e Maicon. Tuttavia, stando agli atti investigativi del Servizio centrale operativo della polizia di Stato, al comando del neo dirigente Renato Cortese (ex capo della Squadra mobile di Roma), avrebbero avuto stretti rapporti con il Tuttocuoio, club che contava nella propria dirigenza proprio Bagnoli.
Nella combine gioca un ruolo anche Ercole Di Nicola, direttore sportivo de L’Aquila, il calciatore della formazione abruzzese Abdelaye Balde e lo scommettitore albanese Edmond Nerjaku. Per Ascari la combine era cosa fatta: «Ti do la conferma definitiva, ma al 99%, al 90 % è tutto a posto, capito?», assicura Ascari a Di Nicola. Stando a quanto scrivono gli investigatori negli atti, «Ascari telefonava al Di Nicola e, non contento di quanto riferito finora all’amico, a scanso di equivoci, svelava chi fosse quell’amico comune con cui stava discutendo, indicandolo in un tale Andrea (Bagnoli, ndr) che si era prodigato ad imbastire una formazione del Tuttocuoio». «Che se gioco io – dice Ascari - faccio gol anch’io». Lo stesso Ascari, poi, aggiungeva il suo apprezzamento «per l’opera prestata dall’amico Andrea» che avrebbe messo in campo «nuove riserve contro L’Aquila». Le cose, però, non vanno per il verso giusto. La partita termina 1-0 per gli abruzzesi, mentre la scommessa era stata puntata su tre gol. Di Nicola si sfoga con Ascari il giorno successivo all’incontro: «Ieri non mi è piaciuta per niente la storia (…) lui doveva fare due goal sotto ed io poi dovevo fare quello che dovevo fare, no?». «Va bè – ribatte Ascari - vediamo, parliamone, tanto ci si vede a voce dai, io ti faccio sapere un'altra cosa, va bene?». «Non possiamo dare una bufala…», ribatte Di Nicola, «perché poi se la prendono con me». «Io, ti capisco – conclude Ascari - ... ti ho detto: “io so”… non ho p... come dire?... con i diretti interessati c’ha parlato lui però poi te lo ha confermato anche a te quando ti sei visto, giusto o no?». Ascari, dunque, tenta di scusarsi, ma inutilmente. Per Di Nicola, era lui il «garante».