La penna degli Altri 20/04/2015 15:49
Rabbia Garcia, Roma punita
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Vuota. Come la Curva Sud dietro di lei. Vuota sia nell’anima a tal punto che anche Garcia, sempre incline a difenderla, ieri non ha più trovato le parole per farlo. All’orizzonte si profila l’ennesimo confronto tecnico-squadra che rispetto al solito cliché è stato anticipato di un giorno. Sì, perché il tecnico ha confermato (e non annullato come quasi sempre avviene dopo una vittoria o una buona prestazione) la ripresa degli allenamenti prevista da sabato per oggi pomeriggio. Niente giorno di riposo, dunque. Un tentativo, forse tardivo, di dare uno scossone ad un gruppo spento fisicamente e mentalmente: «Non sono deluso ma arrabbiato. È stata una Roma senza voglia– il j’accuse di Rudi - Le parole le tengo per quando parlerò ai calciatori ». Cioè oggi.
SCARICATE LE SECONDE LINEE È nervoso, frastornato, forse incredulo. Basterebbe confrontare una sua foto il giorno del debutto a Livorno (25 agosto 2013) con una istantanea di ieri, per faticare a riconoscerlo. Cupo e imbronciato analizza la gara: «Ho visto una Roma che non ha giocato bene, dopo il rigore di Totti ci siamo addormentati - l'analisi - Nell'ultima mezz'ora, quando sono entrati Ibarbo e Keita, ho rivisto un po’ di gioco, ma non abbastanza voglia per riprenderci il secondo posto. Abbiamo fallito». Proprio il colombiano è una delle foto emblematiche della domenica. Entrato al posto di Iturbe (l'unico capace di svegliare l'Olimpico dal torpore, rimediando bordate di fischi) viene schierato inizialmente centravanti (score in carriera: 22 gol in 232 gare di club). Nel finale, quando entra Doumbia scala esterno ma non trascorrono tre minuti che si ritrova a fare il terzino con Florenzi che lo scalza dal ruolo. Non è però il momento di soffermarsi sui singoli, meglio affidarsi alle speranze: «Spero sia solo un incidente di percorso, anche se non abbiamo più il tempo di incappare in questi stop - aggiunge - È stata una giornata storta per tutti, nessuno è stato all'altezza, né noi, né l'Atalanta, né l'arbitro ». Poi, nel tentativo di trovare un appiglio, sommerso dalle domande, scivola scaricando le seconde linee: «Non lo dico mai, ma avevamo troppe assenze e la qualità è stata meno alta.Non siamo riusciti a battere una squadra che gioca per la salvezza. Ora concentriamoci sull'Inter, sarà facile fare meglio di oggi. Difficile giocare col pubblico contro? La Curva Sud non c'era, di che parliamo? Non è un problema di stadio, ma di prestazione».
IN DRIBBLING Dribbla poi in rapida sequenza la domanda sulla mancanza di un centravanti («Dopo una partita così possiamo dire di tutto»), quella sul suo futuro («Mi interessa solo la prossima partita») e sulla condizione fisica deficitaria palesata dalla squadra: «Il problema è che il gol ci ha fatto credere che la partita fosse più facile di quanto pensassimo. L’unica fortuna è che restano sette partite e siamo in corsa per la Champions ». L’asticella continua ad abbassarsi: prima si competeva per lo scudetto, poi per vincere almeno una delle due coppe, fino a due domeniche fa la certezza era rappresentata dal secondo posto. Ora siamo arrivati ad essere «in corsa per la Champions». Rudi (forse) non lo vede ma il problema si confonde con l’ancora di salvezza: al traguardo mancano 7 gare.