La penna degli Altri 15/04/2015 18:08
L'amaro di Capello e Gullit: "Legge ultrà e stadi vuoti, la A è una disperazione"
LA REPUBBLICA (E. AUDISIO) - Il brutto dell'Italia è che all'estero ormai nessuno parla più del suo calcio. Capitolo chiuso. Quello che resta aperto sono invece le ferite: violenza, stadi vecchi, federcalcio inadeguata. Al Laureus World Sports Awards, dove i grandi campioni del passato premiano i loro eredi, Fabio Capello e Ruud Gullit dicono senza problemi che la rinascita del calcio "made in Italy" è ancora lontana. Nessuna risalita alle porte. Anche in lingua inglese i problemi restano quelli.
Gullit: «Quando vedo in tv le partite delle seria A mi viene la disperazione: stadi vuoti, appena 20 mila persone, niente allegria. Solo la Juve si èdata l'opportunità di costruirne uno nuovo. I calciatori all'estero mi dicono: in Italia non andiamo, è una desolazione, non ci va di giocare nel vuoto. Hanno ragione: è troppobrutto. Cosi la gente sene resta a casa». Capello, ora ct della Russia, parla di un calcio ostaggio dei malviventi. Sarà mica un caso che la curva dell'Olimpico è stata chiusa per la sesta volta quest'anno. «Lo striscione contro Pallotta e quello sulla mamma di Ciro dovrebbero essere il punto di non ritorno per tutti. Non si possono accettare tribunali gestiti da persone con la fede penale sporca. Né curve che pretendono la gogna della squadra. Ne so qualcosa perché quando allenavo la Roma e perdemmo con l'Atalanta rifiutai di subire l'umiliazione e di andare sotto la curva degli ultrà. Mi tenni in disparte. Però per il presidente dovevamo farlo. Non capita solo a Roma, ma ovunque in Italia, anche perché gli stadi sono scomodi e disgraziati. Mi dispiace non si prendano misure serie e risolutive». Per Gullit ci sono responsabilità da parte di chi il calcio deve governarlo. «Prendiamo il caso Parma. Per l'Uefa non c'erano le condizioni per cui la squadra potesse iscriversi al campionato, invece lo ha fatto. Com'è che per la federcalcio tutto era regolare? Non stiamo parlando di una crisi improvvisa, tutti sapevano delle terribili condizioni del Parma, eppure la legge è stata aggirata. Chi lo permette? Io proprio non capisco».
Per entrambi l'entrata di un gruppo cinese al Milan non sarebbe pericolosa. Capello: «Mi fido di Berlusconi, ha sempre fatto bene. Ma non credo venderà tutte le quote. Quanto al mondiale in Russia non corre pericoli. I soldi ci sono, le risorse non mancano, stanno lavorando bene». Gullit: «Se all'estero credono che il Milan si svenda, sbagliano. La società andrà male, rispetto ai miei tempi, ma ha sempre un nome, dovrebbe certo costruire un nuovostadio, Berlusconi con quote di minoranza noncelovedo. Ma gridare allo scandalo non ha senso: all'estero moltissime grandi squadre sono proprietà di gruppi stranieri. Per rifondare ci vuole tempo: la crisi ha fatto sparire i soldi e prima di comprare giocatori a certi prezzi oggi ci sono ripensamenti morali». Un parola anche per il suo ex collega, Mihajlovic, con cui ha giocato alla Samp. «Sono molto orgoglioso di quello che sta facendo. Ha iniziato a fare bene quando ha imparato a perdere. È un tragitto mentale necessario per tutti quelli che passano dal campo alla panchina».