La penna degli Altri 14/04/2015 17:05

I Campioni di Flavio Favelli per PortoFluviale. Roma-Lazio: una partita impossibile

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ARTRIBUNE.COM (H. MARSALA) - Il calcio come metafora per raccontare una à. Con le sue dicotomie, le sue tifoserie, le sue passioni ed il suo modo di essere comunità. Ma anche il calcio come immagine di un mondo intimo, antico, che riporta all’infanzia: quando Flavio Favelli, bambino, consumava pomeriggi di solitudine domestica, collezionando oggetti, sogni, ricordi, souvenir. E anche figurine, quelle dei calciatori, irrinunciabile evergreen.

L’artista, ripescando tra quelle memorie di ingenuo feticismo, e ripensando a Roma attraverso il filtro simbolico di questa sua doppiezza di fede e di sport, ha ideatoCampioni, per il progetto “Skin Taste”, curato da Adriana Rispoli e destinato agli spazi esterni di PortoFluviale. Questo capannone industriale degli anni ’50, convertito in ristorante, ospita a rotazione interventi di artisti a misura di  facciata. Riconfigurazioni temporanee e creative di un angolo di à, modificando l’immagine del quartiere.

I mega poster con le immagini dei calciatori, distesi sul muro a formare due squadre ideali, sono stati accuratamente scelti tra coloro che, nell’arco di quarant’anni, hanno giocato per entrambe le società antagoniste: la Roma e la Lazio. Una doppia identità, un tradimento strano, un destino di libertà ed infedeltà, un’idea del conflitto e del peccato, ma anche la rottura di un cliché. Le stesse undici facce, da un lato con la maglia giallo-rossa, dall’altro con quella azzurra.

Due squadre metafisiche, sospese fra i due emisferi dell’Urbe”, ha commentato Favelli, descrivendo questo doppio irregolare che giganteggia su un vecchio edificio di Roma Ostiense. Come la pagina di album di figurine, tramutata in architettura utopica. Il lato irriverente, sotterraneo, ludico e romantico del calcio, con tanto di innocente trasgressione. Chi appartiene a chi? Per chi tifare, in chi riconoscersi? La partita tra gli undici doppioni racconta una storia ironica ed impossibile. Tutta da giocare.

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