La penna degli Altri 07/04/2015 13:15
Da Paparelli a De Falchi, i morti non rispettati
IL TEMPO (A. SERAFINI) - Non si frenano le polemiche riguardo gli striscioni rivolti alla madre di Ciro Esposito nell'ultima sfida tra Roma e Napoli. Nel passato recente in molti stadi italiani sono stati registrati messaggi ingiuriosi, di sfida o atti alla discriminazione razziale e territoriale. In questa stagione dalla curva B del Napoli si sollevò un messaggio eloquente: «Se occasione ci sarà non avremo pietà». «Il nostro arresto è in flagranza, il vostro arresto è cardiaco», lo striscione mostrato nel 2009 da alcuni tifosi del Milan in riferimento alla morte di Antonio De Falchi, tifoso giallorosso stroncato da un infarto nei pressi di San Siro dopo l'aggressione di un gruppetto di tifosi rossoneri.
Anche nel moderno Juventus Stadium apparvero scritte infamanti sulla tragedia torinista di Superga: «Quando volo penso al Toro», «Voi solo uno schianto». Gli stessi granata risposero con un «-39» riferito alle vittime bianconere dell'Heysel. Su cui si rese triste protagonista anche un gruppetto di interisti: «Acciaio scadente, nostalgia dell'Heysel». Bologna e Inter subirono la chiusura di un settore dello stadio per gli striscioni discriminanti nei confronti dei napoletani: «Partenopei tubercolosi», «Sarà un piacere quando il Vesuvio farà il suo dovere».
Una parte del tifo romanista ne espose uno di derisione nei confronti del tifoso laziale Vincenzo Paparelli nel ’99: «Paparelli te stai a perde i tempi belli», mentre dalla parte biancoceleste colpì nel 2000 il messaggio: «Onore alla tigre Arkan», criminale di guerra serbo accusato di genocidio.