La penna degli Altri 21/04/2015 15:47
A voi il derby, in campo talenti e filosofie
GASPORT (M. CALABRESI, F. ODDI) - La Roma che ha fatto la Youth League, la Lazio che ha saltato il Viareggio. La Roma che ha lo stesso allenatore (Alberto De Rossi) da 13 stagioni, la Lazio che ne ha cambiati più di uno, l’ultima volta (da Alberto Bollini a Simone Inzaghi) a metà stagione, nel gennaio del 2014. La Roma che surclassa la Lazio con Giovanissimi e Allievi, la Lazio che prende ottimi stranieri in Primavera, e con i buoni prodotti «nostrani» maturati (ieri Cataldi, oggi Guerrieri, Murgia e Palombi) riesce sempre a recuperare il gap. La Lazio che lancia la scuola calcio, la Roma che la imita anni dopo. La Lazio che non perde un derby dal febbraio 2011, ma l’ultima volta che accadde finì 71 per la Roma. Che lancia Verde e Pellegrini in prima squadra, mentre la Lazio non ha ancora fatto fare un minuto a Oikonomidis, più vecchio di un anno e già in nazionale maggiore con l’Australia. Soprattutto, la Roma che sabato ha battuto il Bari e la Lazio che perde a Palermo, rischiando di complicare la qualificazione diretta alla fase finale ma ringraziando allo stesso tempo la Roma che ha fermato i pugliesi, terzi: questo e molto altro è Roma contro Lazio, finale di Coppa Italia, venerdì all’Olimpico, categoria Primavera. Ovvero la punta di due iceberg che finiscono continuamente in attrito, due iceberg da 232 e 230 tesserati (solo per il settore agonistico), arrivando fino alla scuola calcio.
SCUOLE DIFFERENTI La Roma (ma vale lo stesso discorso per la Lazio) non la considera già come settore giovanile – che arriva fino ai 2005 – ma un’anticamera privilegiata: del resto, fino all’arrivo degli americani, la società giallorossa neppure l’aveva, una sua scuola calcio. Che si paga: con la vecchia gestione – che a livello di settore giovanile ha avuto risultati enormi – i ragazzi pagavano finché andavano alla scuola calcio sotto casa e smettevano di farlo appena cominciavano a vestire la maglia della Roma. Ora non è più così, ma c’è stata ugualmente una selezione feroce, visto che le famiglie disposte a pagare 850 euro per iscrivere il figlio all’anticamera di cui sopra, erano molte di più dei posti disponibili. Alla Lazio la retta cosa 800 euro, e comprende anche l’abbonamento allo stadio, in tribuna Tevere, ma solo per il bambino, che senza un genitore o un parente che si abbona o fa il biglietto non può andarci.
ASPETTANDO L’ACADEMY Un anno fa, il 26 maggio (giorno non scelto a caso), Formello aprì le porte per la presentazione dell’Academy intitolata – per sondaggio popolare – a Bob Lovati e affidata a Joop Lensen, «guru» olandese dei settori giovanili con esperienze anche in Turchia. La speranza della Lazio era quella di completare i lavori a Formello (nuovi campi, foresteria, luoghi di intrattenimento per i genitori) ma per i soliti ritardi burocratici si andrà oltre. Lensen, dopo essere tornato a intervalli regolari in Italia, nella prossima estate si insedierà per provare a portare a compimento le sue idee: nel frattempo, e in attesa che la Lazio torni a essere un’unica entità come settore giovanile (fino agli Allievi Nazionali Lega Pro, il responsabile è il generale Giulio Coletta, mentre Allievi Nazionali e Primavera sono sotto la direzione sportiva di Tare), i tesserati del vivaio laziale sono circa 630. Di questi, i 230 dell’agonistica (dagli Allievi Nazionali, classe 1998, ai Giovanissimi Fascia B, classe 2002) e altri 400 nella scuola calcio (per i nati dal 2003 al 2009). Due anime a livello di responsabilità, ma anche due campi su Roma dove svolge l’attività quotidiana sia l’agonistica che la scuola calcio: il Gentili, alla Giustiniana (a Nord), e il Melli, al Torrino (a Sud), a due passi da Tor di Valle. Formello è un traguardo per pochi, l’Olimpico per pochissimi.