La penna degli Altri 20/03/2015 08:49
Squadra sotto assedio, si salva solo Garcia
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Roma sotto assedio. Scortata dall'uscita dell'Olimpico fino a Trigoria, costretta al confronto con i tifosi sotto la curva che prima si svuota e poi rientra per urlare in faccia alla squadra la rabbia accumulata in questi mesi pieni di delusioni. Sputi, cori, insulti per tutti, tranne uno: «Vogliamo undici Garcia» cantavano i romanisti inferociti, come a dire che i veri colpevoli sono i calciatori. D'altronde il concetto era già stato chiarito nel primo striscione esposto: «Garcia non si tocca, a chi non sta bene: calci in bocca».
Scene già viste nella Capitale degli psicodrammi, con un inedito: non era mai successo che gli ultrà della Sud abbandonassero i seggiolini dello stadio dopo mezz’ora. I giallorossi in campo ci hanno messo anche meno. Al 22' l'Europa League era bella che andata, come il sogno scudetto, la Champions e la Coppa Italia. Ora per completare il clamoroso fallimento sportivo manca l'ultimo passo: perdere il secondo posto, ancora peggio se a vantaggio della Lazio. «Se succede vi veniamo a prendere», uno dei tanti avvertimenti lanciati dai tifosi nel lungo confronto post-partita con i giocatori sotto la curva. «Mercenari levatevi la maglia», la richiesta urlata dagli ultrà al fischio finale. Sono stati Totti e De Rossi a guidare i compagni verso la Sud e sempre i due capitani si sono presi la briga, insieme a Florenzi (uscito in lacrime dall’Olimpico), di parlare con gli ultrà arrampicati sulle vetrate. Anche De Sanctis in prima linea, più che altro ad ascoltare. «Vergognatevi, noi paghiamo per vedere questo schifo, non ce la facciamo più», una delle tante frasi al veleno volate in quei cinque minuti pieni d'odio. «Iturbe devi tirare fuori le p...» ha urlato un altro.
E pensare che all'inizio la Sud sembrava disposta a sostenere la Roma. La contestazione è esplosa però dopo il gol regalato a Marcos Alonso da Skorupski, fischiato e deriso per tutto il resto della partita. Tra lancio di fumogeni e un paio di bombe carta (occhio alle sanzioni Uefa) è partito il solito campionario di cori: «Mercenari» (scritto anche su uno striscione), «c'avete rotto il c...» e «tifiamo solo maglia». Non è durato molto perché i capi della curva hanno deciso che bisognava abbandonare lo stadio in segno di protesta. «Roma s'è rotta il c... a presto», la scritta preparata in anticipo e puntualmente esposta dagli ultrà. E chi voleva restare dentro è stato invitato a uscire: ne sono rimasti pochi, uno dei quali ha pensato bene di tentare l'invasione ma è stato bloccato (a fatica) sulla pista d'atletica. Daspo inevitabile per lui. Qualcuno ha preso direttamente la via di casa, la maggior parte si è fermata nel piazzale antistante le scale d'ingresso per poi rientrare in Sud a un quarto d'ora dalla fine cantando ironicamente «Se vedemo in discoteca» ai giocatori, accusati di fare «la bella vita» alle loro spalle.
Intanto fuori si è attivato il piano sicurezza. Non appena i tifosi sono usciti con la partita iniziata da appena mezz’ora, sono stati chiusi i cancelli d'accesso alla tribuna. Blindata l'area da cui poi sarebbe uscito il pullman della squadra, forze dell'ordine in tenuta antisommossa si sono divise a presidio delle varie zone a rischio. Un elicottero della polizia ha sorvegliato l'area, mentre a Trigoria - dove in serata si sono radunati una cinquantina di tifosi - si preparavano ulteriori misure di sicurezza in previsione dell'arrivo della squadra. I giocatori hanno cenato allo stadio, qualcuno come Torosidis e Florenzi è addirittura uscito a piedi mentre la maggior parte ha preferito lasciare l’Olimpico in auto e non in pullman.
Da segnalare attimi di tensione anche in tribuna. Un tifoso si è scagliato contro Nainggolan che gli ha risposto per le rime, costringendo l'intervento degli addetti per calmarlo. «La penso come voi - ha spiegato Radja - è brutto perdere così. Ma non abbiamo ancora buttato la stagione». Contestato anche il dg Baldissoni (che nella ripresa ha ricevuto la rassicurazione telefonica del presidente Pallotta): «Devi andarci te sotto la curva» lo ha rimproverato uno spettatore in Monte Mario. La caccia alle teste da far saltare è ripartita.