La penna degli Altri 16/03/2015 10:12
Roma e Samp fanno le spavalde: «Serve solo vincere»
CORSERA (L. VALDISERRI) - Con sincerità, prima della partita contro la Fiorentina, Rudi Garcia aveva fatto la lista delle priorità romaniste: «L’Europa League è importante, conservare il secondo posto in campionato è importantissimo». Questione di bilanci e programmazione, che si può fare con i milioni garantiti della Champions League. Non meraviglia, allora, il proclama alla vigilia della sfida contro la Sampdoria, all’Olimpico, dove la Roma non vince in campionato dal 4-2 all’Inter, il 30 novembre 2014: «Non intendo gestire nulla. Metterò in campo una squadra per vincere, senza pensare nemmeno per un secondo a giovedì». Cioè al ritorno dell’euroderby contro la Fiorentina. Il campionato italiano, si sa, è un paese per vecchi. Stasera, però, non è detto che si veda in campo la sfida tra Totti (38 anni) e Eto’o (34, ma non per Mourinho). Il romanista, fresco di affaticamento muscolare, dovrebbe andare in panchina. L’ex interista, che domenica scorsa ha ritrovato il gol in serie A, è previsto tra i titolari. In assenza dell’infortunato De Rossi (difeso da Garcia: «È un grande campione, un errore non mi fa cambiare idea») il capitano giallorosso sarà Keita, 35 anni. L’esperienza al potere, altro che rottamazione renziana. «Senza leadership non è possibile fare grandi cose — spiega Garcia —. Non c’è solo l’allenatore a spingere la squadra, ci sono anche i leader sul campo. Keita è un esempio». Garcia non si fida di Mihajlovic: «La Sampdoria è una squadra fisica, fanno molti falli e fermano subito l’azione offensiva. Stanno facendo bene e hanno un buon allenatore, che è anche furbo: dice che Ljajic deve essere un po’ più egoista sotto porta e spera che contro di lui non dia la palla al compagno meglio piazzato...». Mihajlovic, che con la Roma ha un conto aperto, ha citato Rockefeller: «Ci sono persone che sognano il successo e persone che restano sveglie per ottenerlo». Lui cerca una squadra sveglissima: «Voglio una Sampdoria attenta ma coraggiosa, spavalda ma non presuntuosa. Non andiamo a fare le vittime». L’idea del tridente (Eder, Okaka, Eto’o) è significativa. In più, Muriel in panchina. Un rinforzo invernale, come Eto’o, mentre in casa giallorossa Doumbia («Gli stiamo rifacendo da capo la preparazione atletica» ha detto Garcia) e Ibarbo, finora, hanno visto più l’infermeria che il campo.