La penna degli Altri 30/03/2015 10:15
Roma e Boston, vite parallele. I Celtics all’assalto dei playoff
GASPORT (L. FRANCESCHINI) - Boston chiama, Roma deve rispondere. Da una parte del filo Pallotta, dall’altra Zanzi. I pericoli rispondono a diversi nomi — Brooklyn, Indiana, Charlotte, Lazio o Napoli —, ma la sostanza non cambia.
SENSAZIONI OPPOSTE - Siamo ad ottobre e Boston non ha ancora raggiunto nemmeno la fase beta della rifondazione. Il quid in più lo porta coach Brad Stevens, al timone dei Celtics dall’estate 2013. La qualificazione ai playoff da miraggio diviene traguardo concreto. E se i Celtics dovessero rimanere fuori dalle migliori 8, Pallotta non avrebbe nessun motivo per arrabbiarsi. Cosa che al contrario potrebbe accadere a Roma se i giallorossi non dovessero arrivare secondi.
DIECI BATTAGLIE - Al momento Boston — che domenica riceve i Clippers — eviterebbe di andare in vacanza a fine regular season, la Roma potrebbe incassare il bottino Champions e programmare con serenità. Eppure ci sono ancora dieci battaglie per entrambe.
CANESTRI E GOL - Due casi quasi speculari, accomunati anche dall’apparente difficoltà a realizzare punti/gol. Sullinger, 72° realizzatore della Nba: il migliore dei Celtics. Ljajic, 13° bomber della A: il più prolifico dei romanisti. Statistiche individuali ampiamente negative. Mentre per Boston il discorso cambia quando si tira in ballo il sistema offensivo: 12° attacco più produttivo della Lega e quinta squadra più munifica in fatto di assist. Dati da interpretare in una sola maniera: dove non arriva il talento dei singoli, prende il sopravvento un collettivo allenato con profitto. La chiave è sempre lì: il gioco. E se non fosse che si corre su 28 anziché su 100 metri, Pallotta potrebbe anche portare Garcia a lezione da Stevens.