La penna degli Altri 02/03/2015 08:41

Roma: «Dipende solo da noi»

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IL TEMPO (E. MENGHI) - Una volta c’erano i cinque maghi ingaggiati da Pallotta per far vincere la Roma, erano stati loro per Lotito a fare la fortuna di . L’incantesimo, però, sembra finito, la sorte è girata e allora ecco che spunta «una divinità misteriosa che ha voluto punirmi per aver commesso un peccato di superbia». Un po’ presuntuoso lo era stato Rudi ad ottobre, dopo la sconfitta con la , ora riconosce il suo peccato, alla vigilia del bis in campionato con i bianconeri, perché non si può più sostenere la superiorità dei giallorossi, piombati a -9 dal vertice.

«Ma se l’ho fatto si difende il tecnicoè stato per lottare contro un ambiente di pessimismo ossessivo. Si diceva: possiamo fare qualsiasi cosa, ma non vinceremo mai. Non è stato il gesto di uno stupido che non riflette, ho pensato che per mantenere la motivazione alta e l’ambizione al massimo fosse necessario un gesto così. Perché noi non ci fermiamo a questa stagione. L’obiettivo non è solo vedere la Roma al centro del villaggio, ma al centro dell’Italia, e questo non si può fare in pochi giorni. Il destino della Roma è di lottare per lo scudetto anche in futuro. Quest’anno siamo stati colpiti duramente dalla sfortuna, ma la nostra storia è anche fatta di errori, perché nessuno non sbaglia mai in nessun club».

Basta non perseverare, il resto è umano. «Noi che cosa dobbiamo fare? Semplicementesi domanda e si risponde dobbiamo mostrarci all’altezza di questo destino. Stiamo costruendo un futuro in cui non lotteremo solo per un posto in ». Eppure, cinque mesi dopo quella dichiarazione di forza tradita dai fatti, i giallorossi si ritrovano a difendere il secondo posto (il resta a soli tre punti): «Il destino è nei nostri piedi solo per il secondo posto. Dobbiamo fare di tutto per mantenerlo e sarà questo l’unico modo per attaccare il primo. Anche se vinciamo con la prima in classifica, la squadra più forte di questo campionato, non saremo comunque in grado di dipendere solo da noi».

La resa è servita, la pressione resta tutta sulla sua squadra, tornata alla vittoria a Rotterdam, ma bloccata in casa nelle ultime cinque gare: «Avevamo detto di voler giocare le due competizioni al massimo e l’abbiamo dimostrato con il Feyenoord, qualificandoci in circostanze difficili. Dobbiamo sfruttare la fiducia che abbiamo messo nel primo tempo in Olanda, e anche a Verona, dove non abbiamo fatto un pareggio come gli altri. Abbiamo tanta voglia di vincere con la perché è all’Olimpico e siamo in un momento in cui pareggiamo troppo. Sarà difficile, ma sono sicuro che i ragazzi lotteranno tanto. Dobbiamo usare la testa. Non serve a niente parlare del passato, vogliamo avere un futuro bello».

Nessuna vendetta per il 3-2 dell’andata,inquinato dall’operato di Rocchi, perché è un sentimento che «non serve a niente ora». Un appunto sul match dello Stadium lo fa per gli episodi sgradevoli di contorno al campo, lo schiaffo a Nanni, gli insulti a , e il gestaccio di in risposta: «Spero nel fair play dell’Olimpico, mi auguro un’accoglienza all’altezza, non come quella che ci hanno riservato loro. Non penso che la verrà qui per pareggiare, ma saremo in due a voler vincere». Loro senza Pirlo, un assente di lusso: «Se avessero avuto lungodegenti come e , sarebbero stati meno forti. L’ha detto il mio presidente e mi sembra un’ottima affermazione».

, invece, direbbe saggiamente che «non esistono i se e i ma, l’unica cosa da fare è vincere». Con o senza maghi.