La penna degli Altri 07/03/2015 11:10
Calcio, la Lega obbedisce a Sky: 5 milioni per rianimare il Parma
IL FATTO QUOTIDIANO (A. TUNDO) - Le urla dentro, un gran silenzio imbarazzato fuori. Sono le due facce del piano predisposto dalla Lega Serie A per soccorrere il moribondo Parma. In via Rosellini c’è un convitato di pietra: la Guardia di Finanza arrivata dal capoluogo emiliano per acquisire documenti utili ai giudici del fallimento e all’inchiesta. Tra i militari in borghese, i presidenti sfilano in silenzio all’ingresso e all’uscita dall’assemblea. Dentro la stanza in cui si vota però si discute animatamente. “Scene pittoresche”, le definisce il direttore generale dell’Atalanta Pierpaolo Marino, l’unico loquace della truppa. La sostanza è che c’è la disponibilità per aiutare la società ducale dopo l’udienza del 19 marzo, quando con ogni probabilità il Parma verrà dichiarato fallito e si individuerà un curatore. Al momento del voto si astengono Roma, Napoli e Sassuolo, dice no il Cesena mentre gli altri danno parere favorevole, compreso il club emiliano rappresentato dal direttore sportivo Antonello Preiti che entrando in assemblea quasi si giustifica per la sua presenza. “Mi hanno obbligato a venire”, dice.
POI SI PASSA al quanto la Lega sia disposta a fornire: sul piatto ci sono quasi 5 milioni di euro lordi, soldi provenienti dal fondo nel quale vengono accantonate le multe ricevute dalle società. Non hanno una destinazione precisa, in passato ad esempio sono stati usati per costruire un campo a Scampia e uno a Cagliari. La domanda è semplice: “Se si dovesse decidere la continuità dell’esercizio, li prestiamo al curatore fallimentare per pagare una parte degli stipendi?”. E qui le posizioni si irrigidiscono. Perché la Juventus non è d’accordo e sulle stesse posizioni si allinea il Napoli, con un Aurelio De Laurentiis che – raccontano – di - scute piuttosto animatamente e ribadisce poi le sue posizioni su Twitter. Ma stanziare virtualmente la somma è una necessità. È la carta che il presidente della Figc Carlo Tavecchio, giocatore protagonista di questa partita, spende nella trattativa con i calciatori del Parma nel centro sportivo di Collecchio. Arriva il sì con quindici voti favorevoli. Bisogna salvare l’immagine del campionato– “un po’ già falsato” scappa perfino a Marino – e a sedare l’irritazione di Sky, che della A detiene i diritti con Mediaset e ha pagato per trasmettere un campionato che in una lettera inviata al presidente di Lega Maurizio Beretta non ha esitato a definire “irregolare”.
Nelle stanze in cui si decide se il Parma verrà aiutato o no, i 650 milioni che l’emittente di Rupert Murdoch sta pagando ai club pesano. Eccome. E anche se si crea un pericoloso precedente destinato a fare giurisprudenza, il Parma deve tornare a giocare dopo due partite rinviate. Di mezzo restano solamente i calciatori. La situazione che Tavecchio si trova di fronte a Parma non è tranquilla, nonostante abbia in mano un “assegno” da 5 milioni che andrebbe a coprire una parte delle restanti mensilità e l’ok arrivato dal Gruppo operativo sicurezza sulla disponibilità dello stadio Tardini irrobustisca l’ipotesi che si giochi. I giocatori sono diffidenti. La situazione si scioglie in serata, arriva l’ultimo sì anche se resta la delusione dello spogliatoio gialloblù. Parma-Atalanta si gioca. Hanno messo la toppa, ma per il futuro saranno necessarie nuove regole per evitare nuovi clamorosi casi.
“Il modello di controllo per quanto riguarda la competenza della Lega ha funzionato e continua a funzionare. Le posizioni del Parma in Lega, infatti, sono coperte”, dice il presidente Beretta. Che non ci sia una veduta comune è chiaro. Secondo il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, “i meccanismi attuali non sono sufficienti. Se è successo questo, dovremo porre rimedio alla parte non funzionante del meccanismo”. Per Maurizio Zamparini, presidente del Palermo la “situazione del Parma non è incredibile”. Si potrebbe quasi non parlarne: “È incredibile il megafono mediatico. Se una società è gestita male, fallisce, tutto qui”. Muti tutti gli altri. Le urla arriveranno se e quando decideranno di inasprire i controlli.