La penna degli Altri 11/02/2015 10:48
Rivelazione Di Francesco: «Zeman il mio maestro»
IL TEMPO (R. SENSI) - Sassuolo è un piccola cittadina in provincia di Modena ed è ormai una realtà del calcio italiano. Il suo presidente, Giorgio Squinzi, grande imprenditore e presidente di Confindustria, è riuscito a portare la squadra in serie A grazie ad una scelta di campo importante: puntare su giocatori giovani e italiani. Attualmente il Sassuolo è in un’ottima posizione in classifica e questo sicuramente grazie al tecnico Eusebio Di Francesco, centrocampista della Roma dell’ultimo scudetto, che sta facendo vedere un bel gioco.
Di Francesco,quanto della sua personalità e della classe di giocatore ha saputo trasferire ai suoi ragazzi?
«La mia esperienza di calciatore è stata fondamentale dal punto di vista tecnico-tattico ma anche per quanto riguarda i rapporti interpersonali».
Condivide la scelta di puntare sugli italiani?
«È un grande segnale per il nostro calcio e ne sono felice. Ma ben vengano anche i calciatori stranieri, se sono bravi. Anche perché ormai siamo in un mondo senza barriere».
Cosa ricorda dell’esperienza alla Roma e cosa le ha lasciato per determinare la scelta di diventare allenatore?
«Eravamo un gruppo coeso, questo è stato uno dei segreti dello scudetto. Ricordo con grande piacere il presidente Franco Sensi, per me è stato quasi come un papà, una persona dalla grande umanità. Ma non è stata l’esperienza da calciatore a far nascere in me l’idea di fare l’allenatore, mi immaginavo in altri ruoli. Il bello del calcio è che riserva tante sorprese».
Il rapporto con Zeman ha influenzato le sue scelte come allenatore?
«Il suo modo di vedere il calcio mi ha molto aiutato. Con Zeman, nonostante le grandi fatiche del ritiro, mi sono divertito soprattutto per la mentalità offensiva. Poi ho cercato di integrare ai suoi insegnamenti anche l’importanza della fase difensiva. Resta comunque l’allenatore che mi ha ispirato più di tutti».
Finalmente i cosiddetti «intenditori di calcio» hanno capito quanto Di Francesco valga a livello tecnico e umano. Cosa pensa dei repentini cambi di idea soprattutto da parte delle grandi società?
«Non sono solo le società a cambiare idea troppo velocemente ma è l’opinione pubblica in generale. Spesso i giudizi sono affrettati, questo danneggia i giovani tecnici che hanno meno esperienza. Come anche per i giovani calciatori, le società devono avere pazienza e fiducia».
Cosa pensa della Roma e della corsa scudetto conla Juventus?
«La Roma ha lavorato benissimo sul mercato andando a prendere giovani molti interessanti da affiancare ai giocatori più esperti per creare la giusta alchimia fra qualità e senso di appartenenza. La Juve ha in questo momento qualcosa in più ma l’unica rivale resta la Roma».
Le piacerebbe un giorno sedere sulla panchina della Roma?
«Posso non rispondere? Anche perché la risposta sarebbe troppo facile e scontata».