La penna degli Altri 20/02/2015 10:20

Lo sfregio alla Barcaccia del Bernini. I pezzi della fontana finiti nell’acqua

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CORSERA (P. CONTI) - «Il nostro patrimonio e la nostra cultura sono stati profondamente offesi», dice Giovanna Marinelli, assessore alla Cultura del Campidoglio. La profonda offesa è sia materiale, una frattura ben visibile sul candelabro centrale della Fontana della Barcaccia nel cuore di piazza di Spagna, che culturale. Spiega il sovrintendente capitolino ai Beni culturali, Claudio Presicce Parisi: «A occhio nudo la scheggiatura è ben visibile accanto ad altre più vecchie. I frammenti sono nell’acqua. Procederemo presto allo svuotamento della fontana e domattina (cioè oggi, ndr) ci sarà il primo sopralluogo con i restauratori per valutare la consistenza del danno. Verifiche andranno fatte anche per la scalinata di Trinità dei Monti. Il monumento era stato riconsegnato a settembre dopo il restauro ed è stato danneggiato da persone che non hanno il senso del rispetto. Lo sport è cultura e la cultura dovrebbe unire i popoli nel nome di valori condivisi». L’accuratissimo restauro, finanziato con 200 mila euro dallo sponsor Urban Vision, era durato un anno. La fontana porta la firma di Pietro Bernini, il padre di Gian Lorenzo. Ma il figlio aiutò il padre, concordano gli studiosi, perché l’opera voluta da papa Urbano VIII Barberini (il suo stemma araldico con le api campeggia a poppa e prua della nave di marmo) fu realizzata tra 1626 e 1629 quando Gian Lorenzo (nato nel 1598) aveva all’attivo capolavori come Il Ratto di Proserpina, il David, Apollo e Dafne. Quasi certamente fu il figlio a completare l’opera del genitore, morto nel 1629.