La penna degli Altri 14/02/2015 11:52

Lo scandalo Lotito, interviene il governo: “Ora il calcio cambi”. Ma il Coni prende tempo

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LA REPUBBLICA (F. BIANCHI) - «La Figc adesso deve cambiare». È pomeriggio quando il sottosegretario Graziano Delrio, che ha la vigilanza sullo sport, si mostra sconcertato dalla telefonata, rivelata ieri da Repubblica , di Claudio Lotito, presidente della Lazio, patron della Salernitana e membro del consiglio di presidenza della Federcalcio, al dirigente dell’Ischia, Pino Iodice. Un colloquio nel quale, tra le altre cose, Lotito parlava della possibile promozione in A di squadre come Carpi e come di una rovina per il calcio italiano. «Si tratta — dice Delrio — di una conversazione che non rappresenta il calcio come lo vorremmo noi e come lo vogliono gli italiani. Delude profondamente tutti coloro, piccoli e grandi, che credono in uno sport sano. Ora come governo, che vigila sullo sport, che tra l’altro sostiene con fondi pubblici, chiediamo, a nome dei cittadini, che la Figc affronti un serio e radicale cambiamento nella gestione». Lo segue poco dopo Giovanni Malagò, presidente del Coni, che con Delrio si è consultato: «Fermo restando il metodo scorretto al fine di portare alla luce un colloquio privato, ritengo che le parole espresse da Lotito siano state incaute e rischiano di gettare discredito sul calcio anche in funzione delle cariche istituzionali da lui ricoperte ».

Il Coni forse pensa a un passo indietro che però Lotito mai farà (se non costretto). La Procura della Figc valuta se aprire un fascicolo, Lotito rischia una non breve inibizione e non sono escluse denunce penali. In più, il cumulo di sanzioni oltre i 12 mesi farebbe scattare la decadenza dal consiglio Figc. Lo stesso presidente Figc, Carlo Tavecchio, che di Lotito è amico, interviene: «Toni e contenuto della telefonata sono da censurare, così come le modalità con cui è stata realizzata. La Figc è garante della regolarità dei campionati: i passaggi di categoria sono decisi dai risultati del campo e solo da quelli, non ci possono e non ci sono calcoli di convenienza di alcun tipo. Altre considerazioni sono inaccettabili».

Andrea Abodi, presidente della Lega B, replica: «Ognuno risponde di quello che fa: sale e scende chi merita». Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, rivale di Lotito: «La sua è una visione miope, la fine dello sport». Damiano Tommasi, n.1 del sindacato calciatori (Aic): «Avevamo votato Albertini. Questa è la linea di chi pensa che il calcio sia solo business. Mi auguro succeda qualcosa, c’è il rischio che non succeda niente». Appuntamento al prossimo consiglio federale. Mentre Roberto Mancini, allenatore dell’Inter, lancia uno slogan: «Io tifo Carpi e ». Non finisce qui.