La penna degli Altri 20/02/2015 10:39
Droga, antisemitismo: il cuore nero degli ultrà di Rotterdam
CORSERA (F. FIANO, R. FRIGNANI) - Una storia piena di pagine scure. Roma è soltanto l’ultima. La più terribile quella della cosiddetta «battaglia di Beverwijk », dove in uno scontro con gli odiati rivali dell’Ajax rimase a terra un ragazzo di Amsterdam di 21 anni, Carlo Picornie. Da quel momento, era il marzo ‘97, la nomea dei tifosi del Feyenoord si è tinta di nero. Partono da Rotterdam, il loro orientamento politico è di estrema destra. Alcuni gruppi si dicono nazisti e lo dimostrano soprattutto nei derby con l’Ajax — i Klassieker — bruciando bandiere israeliane e inneggiando ai forni crematori. Sono considerati da molti gli ultimi hooligans d’Europa, sopravvissuti ai clan inglesi e tedeschi che hanno messo a ferro e fuoco il Vecchio Continente, oggi eredi dei teppisti che scatenarono il panico già ai mondiali di Italia ‘90.
Il gruppo di riferimento è l’Scf — Sport Club Feyenoord — e si calcola che a Roma ne siano arrivate alcune decine per coordinare gli scontri in centro. Si riconoscono per un tatuaggio sull’avambraccio destro — con la «F» della squadra — poi dai bomber, da magliette e polo griffate, e dai berretti a coprire le teste rasate. Simboli che provengono dalla cultura dei «gabber», a loro volta nati dalla musica hardcore: ritmi continui e ossessivi, antenata della techno. L’alcol per caricarsi prima degli scontri (quest’anno con il Rijeka e il Besiktas) non è mai mancato, come anche le droghe, soprattutto ecstasy e anfetamine. Robot fuori controllo che attaccano subito, in gruppo, e scappano. E odiano la polizia, di qualsiasi Stato sia. Ma sono anche ultrà di estrazione sociale medio alta, studenti, imprenditori. Ieri sono stati condannati 19 teppisti per gli scontri di mercoledì a Campo de’ Fiori con pene dai sei ai sedici mesi di reclusione: una mezza dozzina ha accettato di convertire la pena in una multa da 45 mila euro a testa da pagare entro 15 giorni. «No problem, abbiamo i soldi», hanno detto. Giovani manager di 20- 30 anni, titolari di compagnie di taxi, imprese e-commerce. La partita di ieri non l’hanno nemmeno vista perché, dopo essere stati rilasciati, sono stati imbarcati sui voli charter.