La penna degli Altri 22/02/2015 10:13
Alla ricerca della Roma perduta. Garcia: «Stiamo zitti e vinciamo»
CORSERA (L. VALDISERRI) - Il 6 gennaio la Roma era a un punto dalla Juventus e in corsa per Coppa Italia ed Europa League. Il «sono sicuro che vinceremo lo scudetto», detto da Rudi Garcia dopo la partita contro i bianconeri, che tutto il mondo romanista ha vissuto come un’enorme ingiustizia, aveva solide basi. Adesso, 45 giorni dopo, i toni sono molto diversi. È subentrata la nuda cronaca di un momento difficilissimo, il peggiore da quando Garcia è alla guida della squadra, sintetizzato da sette pareggi nelle ultime dieci partite in campionato, più l’eliminazione dalla Coppa Italia e la complicazione dell’1-1 casalingo contro gli olandesi del Feyenoord in Europa League. «Nella nostra posizione dobbiamo solo lavorare per questa partita contro il Verona e stare zitti - le parole di Garcia - Finché non vinciamo più partite consecutive non serve a nulla parlare del primo posto. Quello che ha detto Sabatini lo pensiamo tutti: dobbiamo difendere il secondo posto e questo sarà il miglior atteggiamento per attaccare il primo. Per il momento, però, con dieci punti di distacco, parliamo solo di come vincere a Verona». L’Hellas è in crisi. Mandorlini rischia l’esonero in caso di sconfitta.
La Roma non troverà un ambiente facile. Eppure, in conferenza stampa, non c’è neppure una domanda specifica sulla formazione gialloblù. Giovedì prossimo ci sarà la sfida di Rotterdam per mantenere aperta la strada europea e lunedì 2 marzo la sfida alla Juventus che, fino a un mese fa, era un vero e proprio scontro diretto. Ora la classifica parla dei bian- coneri a +10, in attesa del match di oggi. E il paragone con la Juve che vince anche giocando malino, cosa che la Roma non è in grado di fare, è continuo. «Posso parlare solo della Roma, l’unica cosa che so della partita di venerdì è che la loro vittoria è arrivata dalla giocata di un singolo, di un loro campione. Concentriamoci sulle nostre forze, abbiamo anche noi giocatori in grado di fare la differenza in una giornata in cui si gioca meno bene. Questo atteggiamento lo dobbiamo trovare, o ritrovare. La zampata? I miei giocatori la sapevano fare. Però ognuno deve tornare al 100% e non perdere fiducia, nello spogliatoio ci sono gran- di uomini e grandi giocatori, in grado di risolvere le partite. Devono sapere che possono farlo sia collettivamente che singolarmente». Lo scudetto, adesso, è lontanissimo. Il secondo posto, con i milioni certi della Champions, è una necessità. La garanzia per fare progetti ambiziosi: «Lavoriamo per diventare una squadra che lotta ogni anno per lo scudetto, non che ne vince uno ogni 30 anni. Però serve tempo. Quanto? Su questo punto il presidente, che arriva a fine febbraio, è la persona giusta per rispondere. Io parlo solo del settore sportivo». Se arriva Higuain o Doumbia, insomma, fa differenza.