La penna degli Altri 13/01/2015 08:36
Totti dipendenza
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Quando ha iniziato a fare gol in molti usavano ancora la Polaroid, adesso si è voluto adeguare alla moda del «selfie» col cellulare per fotografarsi sotto la Curva Sud. L’auto-scatto di Totti ha fatto il giro del mondo, naturalmente impressionato da un campione che a quasi 40 anni riesce ancora a stare al passo coi tempi. Tra quattro esultanze sarà di nuovo tempo di inventarsi qualcosa di speciale per celebrare il momento: il capitano sta per tagliare il traguardo dei 300 gol in maglia giallorossa, ennesimo gradino verso una vetta che sarà irraggiungibile per chiunque erediterà il suo posto. E proprio qui sta il punto focale della questione: la Roma può godersi ancora una bandiera unica, ma al tempo stesso non può fare a meno di lui neppure ora che le forze scarseggiano. Il derby di domenica è l’ultima prova certificata. Giallorossi assenti dal campo per un tempo e risollevati dalla doppietta del numero 10. Per carità, il contributo di Strootman è stato fondamentale, il cambio di modulo ha aiutato Pjanic a entrare un po’ più in partita e ha avvicinato lo stesso Totti all’area laziale, ma senza quelle due prodezze staremmo probabilmente commentando una sconfitta durissima da superare. Il campionato è tornato comunque più saldo nelle mani della Juve, che il suo esame scudetto lo ha superato appieno a Napoli ed è di nuovo a +3, con la prospettiva di giocare le prossime due partite in casa mentre la squadra di Garcia viaggerà prima a Palermo (senza gli squalificati Nainggolan e De Rossi oltre agli africani Keita e Gervinho) e poi a Firenze. Tutto può ancora cambiare, certo, ma la Roma deve ritrovare la spinta degli altri leader: Strootman sembra sulla via giusta, Maicon ancora no, De Rossi vive di alti e bassi, Castan chissà quando tornerà. E mentre la società riflette su come sostituire eventualmente Destro, ormai immalinconito all’ombra di Totti, Garcia dovrà chiedere ancora aiuto al suo capitano. «Francesco è un genio - racconta il tecnico da Zurigo dove ha assistito alla premiazione di Cristiano Ronaldo - avrebbe potuto vincere il Pallone d’Oro nell’anno del Mondiale, io mi godo il piacere di lavorare con lui ogni giorno». Quasi sempre presente agli allenamenti, attento all’alimentazione e alla cura del fisico in ogni momento (l’ultima passione per il padel lo aiuta a tenersi attivo anche nel tempo libero), Totti non ha alcuna intenzione di fermarsi. «Continuo a divertirmi giocando e ho ancora voglia. Prima di ritirarmi - ha detto al sito americano Bleacher Report - spero di vincere di più con questa maglia, e sono convinto che ci riusciremo. A livello personale il momento clou di questa stagione è stato il gol di Manchester (ma l’intervista è precedente al derby, ndr) come squadra, invece, spero che i migliori momenti per noi debbano ancora venire. Noi e la Juventus siamo le più attrezzate per vincere il titolo. Con Garcia abbiamo un grande rapporto, è un ottimo allenatore e una persona che stimo molto». Un feeling decisamente migliore di quello che aveva con Capello, l’unico a guidarlo finora verso un tricolore. Il bis-scudetto, come dice il capitano stesso, «sarebbe il record dei record». Ma la strada è di nuovo in salita. Molto meno complicato sarà finire sull’album Panini: la rovesciata di domenica assomiglia talmente tanto a quella famosa di Parola che presto verrà preparata una figurina speciale per immortalare il gesto. Il selfie sotto la Sud è già storia ma ha creato pure qualche inevitabile prurito. Lotito a parte, anche il Codacons si è scagliato contro il capitano. L'associazione dei consumatori contesta a Totti il fatto di aver messo in bella mostra il suo Iphone6, con il simbolo della mela comparso in modo «occulto e immorale». Secondo il Codacons, il gesto rappresenta una pubblicità occulta al nuovo modello di smartphone, e viene chiesta addirittura la squalifica del numero 10. Le solite esagerazioni di un Paese che non sa godersi neppure le (poche) cose belle rimaste.