La penna degli Altri 21/01/2015 11:31

Moggi & C. all'ultimo giudizio

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IL GIORNO (P. FRANCI) - CalciopoIi ultimo atto? No. Comunque vada alla Corte di Cassazione, sarà battaglia o, meglio, guerra. L'ennesima. Dopo i due gradi di giudizio che hanno portato alla condanna di Luciano Moggi e degli altri protagonisti del più grande scandalo del calcio, domani la Suprema Corte, dovrà decidere se quei processi sono stati legittimi e cioè se vi è stata la corretta applicazione delle norme di diritto, sostanziale e processuale. E non è affatto vero, come si crede, che nel caso di riconosciuta legittimità dei due gradi processuali — e quindi delle relative sentenze — su Calciopoli calerà il sipario. Anzi. Aldilà del possibile 'sconfinamento' di alcuni protagonisti presso i tribunali europei — Moggi ha presentato ricorso alla Corte Europea per i diritti dell'uomo già nel 2013 — è attorno alla che ruotano scenari in apparente contrasto ma egualmente possibili.

Se, ad esempio, la Cassazione dovesse confermare le sentenze, di fatto darebbe forza a quanto stabilito dai giudici dei primi due gradi e cioè che nessuna partita della stagione 2004/05 fu alterata, confermando l'estraneità della a titolo oggettivo e civile e quindi respingendo le richieste risarcitone di alcuni club. E' alla luce di quanto deciso dal giudice di primo grado Teresa Casoria, che la dichiarò guerra alla Figc, rivolgendosi al Tar il 14 novembre 2011, una settimana dopo le sentenze di primo grado chiedendo 444 milioni di risarcimento alla Federazione per le sentenze sportive del 2006. E, dunque, la conferma di questo quadro processuale darebbe forza e sostanza alle pretese juventine.

In un quadro assai complesso nel quale, è bene sottolinearlo, saranno le motivazioni dei giudici di Cassazione a fare la differenza più che le decisioni stesse, la , pur con altra strategia, nel caso in cui i ricorsi di Moggi e Giraudo dovessero essere accolti almeno in parte — ad esempio attraverso l'annullamento con rinvio: ripetizione dell'appello presso altra sezione penale, considerando però che le sentenze potrebbero in linea teorica risultare anche peggiorative — procederebbe immediatamente alla richiesta di revisione (art. 39 codice sportivo) dei processi Figc del 2006 che le tolsero due scudetti, con retrocessione e penalizzazione annessa. Qui l'obiettivo sarebbe quello di riprendersi i titoli cancellati, in particolare quello del 2006 assegnato all'Inter e al centro della vicenda delle 'intercettazioni dimenticate' che secondo il procuratore Stefano Palazzi sarebbero state meritevoli di deferimento per illecito, se non fossero state prescritte. E resterebbe vivo anche il ricorso al Tar, pur seguendo una strategia diversa. Decisivi sono quelli che Andrea Agnelli ha definito «impiantamenti e carteggi», cioè le motivazioni della Cassazione. E da lì che, probabilmente, partirà la nuova stagione dello scandalo che sembra non finire mai.